Rapporto: 2,5 miliardi di dollari di perdite economiche previste per l’economia palestinese, causa Covid-19

Quds Press. I dati ufficiali palestinesi hanno previsto un calo dell’attività economica nel 2020, a causa della pandemia di Coronavirus. Secondo i dati diffusi martedì dall’Autorità Palestinese di Statistica, le perdite economiche di quest’anno potrebbero raggiungere i 2,5 miliardi di dollari.

I dati segnalano una diminuzione del numero degli occupati. Si passa da circa un milione di lavoratori nel primo trimestre del 2020, a 889.000 mila nel secondo trimestre; sono più di un quarto i lavoratori rimasti disoccupati nel secondo trimestre di quest’anno.

Sempre secondo i dati, il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre ha raggiunto circa il 27%, ed è ancora più significativo in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, dove raggiunge rispettivamente il 15% e il 49%. In cifre, parliamo di un numero di disoccupati che ha raggiunto i 321.400 – 203.200 nella Striscia di Gaza e 118.200 in Cisgiordania.

Alto tasso di povertà.

L’ultimo rapporto ha sottolineato come il 24% dei palestinesi si trovi in stato di povertà, e di questi circa il 29% è di tipo monetario, il che significa che la povertà nei territori dell’Autorità Palestinese è legata principalmente alla mancanza di denaro.

I dati hanno mostrato che un capofamiglia su sei (il 17%) non ha lavorato durante il periodo di chiusura (per Covid, ndr), che il 77% dei capifamiglia era assente dal lavoro a causa della dichiarazione dello stato di emergenza, mentre la metà di quelli che avevano un lavoro non hanno ricevuto lo stipendio durante lo stesso periodo.

I dati, inoltre, mostrano che il 42% delle famiglie palestinesi ha visto il proprio reddito ridotto della metà o più, durante il periodo di chiusura, da febbraio 2020 (46% in Cisgiordania e 38% nella Striscia di Gaza) e il 47% delle famiglie non ha ricevuto alcun reddito. Tutto ciò ha avuto forti ricadute sulla qualità e quantità di cibo che le famiglie hanno avuto a disposizione.

I dati rilevati hanno previsto un calo del prodotto interno lordo pro capite, che dovrebbe diminuire del 15,6% rispetto al 2019, per raggiungere la cifra di 2.840,3 dollari.

Anche il numero di concessioni di licenza edilizia è diminuito del 45% durante il secondo trimestre 2020, riducendosi del 40% rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche il numero delle nuove concessioni di licenza edilizia è diminuito del 48%.

Il primo trimestre del 2020 ha visto una diminuzione dell’indice di produzione industriale del 6,17%, calo che è proseguito durante tutto il secondo trimestre, aumentando di oltre il 2,52%.

Le stime preliminari indicano una diminuzione degli introiti da turismo in entrata del 68% rispetto al 2019. Si parla, quindi, in cifre di 466 milioni di dollari. Le perdite nel settore del turismo in entrata sono stimate a circa 1,021 miliardi di dollari per il 2020.

L’Autorità Palestinese sta affrontando una crisi finanziaria soffocante, con il perdurare delle clearance revenue (tasse, rimesse palestinesi che vengono incamerate da Israele e ridate all’ANP a condizioni, ndr) le cui ripercussioni hanno colpito principalmente il settore privato e i dipendenti pubblici, registrando un calo delle entrate totali di circa il 70%, dovuto anche alla pandemia, secondo quanto registrato dal ministero delle Finanze.

Le clearance revenue corrispondono al gettito fiscale palestinese sulle importazioni da Israele e dall’estero, attraverso le quali la Palestina viene commissionata al 3% da Tel Aviv che riscuote il denaro per conto dell’Autorità Palestinese.

I fondi delle clearance revenue medi ammontano a circa 200 milioni di dollari al mese, dai quali le autorità israeliane detraggono circa 40 milioni di dollari, in cambio di servizi ai palestinesi, soprattutto di elettricità.

Il 20 maggio, il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, ha annunciato di aver sciolto tutti gli accordi e le intese con i governi americano e israeliano, avendo di conseguenza receduto anche agli obblighi, compreso quello che riguarda la sicurezza, in risposta all’intenzione del governo di occupazione di avviare misure per annettere al proprio territorio la Valle del Giordano e gli insediamenti in Cisgiordania occupata a partire dal primo luglio dell’anno prossimo.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio