Rapporto: Cisgiordania, l’occupazione ha assaltato 2900 case in tre mesi

Ramallah-Quds PressIl Centro palestinese per i Diritti umani ha segnalato che l’esercito dell’occupazione, durante la campagna scatenata in Cisgiordania il 14 giugno 2014 e definita “grande mietitura”, ha distrutto il mobilio delle case assalite per un ammontare di  250 mila dollari, durante le incursioni in 2900 abitazioni.

Il Centro per i Diritti umani “Liberi” ha dichiarato di aver condotto un’indagine su 150 case in Cisgiordania, il cui intero contenuto è stato completamente distrutto, stimando l’ammontare dei danni subiti da queste abitazioni.

Il Centro ha affermato, in un comunicato diramato in data 3 settembre, che le operazioni di razzia monitorate hanno prodotto la distruzione totale di 70 stanze da letto, oltre alla devastazione di arredi e divani con falsi pretesti, come la ricerca di armi e scuse simili.

Il rapporto non ha incluso l’elenco di ciò che è stato rubato o sequestrato nelle case, come denaro contante, computer e oggetti simili, limitandosi a segnalare i mobili distrutti, i muri demoliti e le camere da letto fatte a pezzi.

Il rapporto ha osservato come tutte le case siano state assalite “con lo sfondamento della porta esterna e l’irruzione brutale e violenta all’interno, causando la distruzione di cancelli e portoni, costati ai proprietari ingenti somme di denaro”.

Secondo il rapporto, l’esercito israeliano ha effettuato, dal momento della scomparsa dei tre coloni israeliani, la sera del 12 giugno 2014, fino all’inizio del mese di agosto, 487 incursioni in Cisgiordania, con l’assalto di circa 2900 case ed enti.

Sempre secondo il rapporto, durante tali attacchi sono state commesse numerose violazioni, “con l’assalto di centinaia di abitazioni, innumerevoli e deliberati atti di vandalismo su mobilia e oggetti di arredamento, torture inflitte agli abitanti, trasformazione di molte di queste case in centri militari”.

Le incursioni hanno incluso “raid contro associazioni civili palestinesi, centri medici, sedi di giornali, scuole, università e negozi”.

Queste spedizioni distruttive avvengono nel quadro della guerra scatenata dall’occupazione e chiamata “colpo alle infrastrutture delle persone vicine a Hamas”, cui l’occupazione stessa ha dichiarato una “guerra senza quartiere”, secondo il significato letterale della parola.

Traduzione di Federica Pistono