Rapporto: l’attacco alla metropolitana leggera è stato un incidente d’auto

Imemc. Mentre la destra israeliana continua a radunarsi vicino al luogo della morte della neonata uccisa mercoledì scorso, da un’auto palestinese, i rapporti della polizia e i testimoni presenti sulla scena indicano che si è trattato di un incidente d’auto e non un attacco deliberato.

Il 21enne, Abdel Rahman al-Shaludi si era recato in una clinica, mercoledì presto, per lamentarsi della febbre e della malattia. Era tornato a casa ed era andato a letto, ma poi era uscito e, guidando troppo veloce su una strada di Gerusalemme, ha investito un gruppo di pedoni con la sua auto. Poi ha cercato di fuggire dalla scena del disastro, ma è stato ucciso dalla polizia israeliana.

Anche se questo fatto è girato in tutti i media del mondo, un incidente simile, domenica scorsa, in cui due bambine palestinesi di cinque anni che tornavano a casa a piedi dalla scuola sono state colpite dal veicolo di un colono israeliano, rimando uccisa una e ferita gravemente l’altra, non ha fatto molta notizia.

Il colono che ha ucciso la bambina di 5 anni, si è allontanato dal luogo dell’impatto– ed è stato poi arrestato dalla polizia israeliana, ma non è stato accusato di alcun crimine. La polizia israeliana ha determinato (senza intervistare nessuno dei numerosi testimoni palestinesi che erano sulla scena) che si è trattato di un incidente, e che non sono pervenute denunce.

Abed al-Shaludi, cugino di Abdel Rahman al-Shaludi, ha dichiarato ai giornalisti del quotidiano israeliano  Ha’aretz, “crediamo che gli abbiano sparato e l’abbiano ucciso a sangue freddo, non c’era motivo di interrogarlo, sentire la sua versione dei fatti, e che si meritasse un funerale come tutti gli altri”. Il corpo di Abdel Rahman al-Shaludi rimane nelle mani della polizia israeliana, e la famiglia non ha ancora potuto organizzarne il funerale.

Il cugino del defunto ha aggiunto: “Io continuo a credere che sia stato un incidente. Se avesse voluto portare a termine un attacco, perché ha aspettato fino a raggiungere il luogo (prescelto)? I video non dimostrano che fosse un attacco, e lui potrebbe avere perso il controllo del suo veicolo. Ma per gli israeliani era un attacco, e lo colpiscono a morte”.

Un video postato sui social media, girato da un angolo sopra la strada principale, mostra l’auto che attraversa la linea centrale e colpisce i pedoni che camminavano in mezzo.

Una dichiarazione dalla famiglia del conducente, pubblicata sul sito web di notizie israeliano Ynetnews, afferma: “Siamo certi che è stato un normale incidente d’auto. Negli ultimi giorni non si sentiva bene a causa della malattia e potrebbe aver perso il controllo dell’auto. Molti incidenti simili si sono verificati in molti luoghi e non c’era sospetto di un attacco terroristico”.

“Pochi giorni fa, un colono ebreo ha investito due bambine vicino a Ramallah. Ne ha uccisa una e l’altra è in gravi condizioni. La polizia ha immediatamente detto che era un incidente d’auto. Nel nostro caso hanno dichiarato il contrario in pochi secondi. Questo perché l’autista era un arabo. Quando un autista ebreo è coinvolto in un incidente, l’atteggiamento è diverso e nessuno gli spara”.

Il governo degli Stati Uniti ha immediatamente etichettato l’incidente come “attacco terroristico”, con la portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, che ha affermato: “Gli Stati Uniti condannano nei termini più forti possibile l’attacco terroristico di oggi a Gerusalemme”.

Negli scontri che hanno seguito l’incidente di mercoledì, un altro cittadino statunitense, un  ragazzino di 14 anni, Orwah Hammad di New Orleans, è stato ucciso. E’ stato colpito alla testa dalle forze israeliane, venerdì.

L’analista politica Rania Khalek, in un articolo pubblicato su The Electronic Intifada, venerdì, ha sottolineato la disparità della copertura mediatica tra palestinesi uccisi in incidenti da investimento, sia deliberati che fortuiti, e israeliani uccisi in incidenti simili – che si presume sempre essere attacchi motivati ​​politicamente e non incidenti.

Fa l’esempio di “Raed al-Jabari, di 35 anni, marito  e padre palestinese, [che] ha colpito i coloni israeliani con la sua auto nell’insediamneto di Gush Etzion a fine luglio. Al-Jabari ha insistito nel dire che era stato un incidente e si è consegnato alla polizia, ha riferito Ma’an News Agency. Ma a differenza del colono che ha ucciso Enas Khalil (la bimba di cinque anni uccisa domenica scorsa), al-Jabari è stato imprigionato per due mesi e, infine, è morto in circostanze sospette. Le autorità israeliane sostengono che al-Jabari si sia impiccato nel bagno del carcere israeliano di Eshel, ma l’autopsia indica che l’uomo è stato torturato a morte, secondo i funzionari palestinesi”.

Khalek osserva che il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite ha presentato una denuncia dopo l’investimento delle due bambine, domenica, sottolineando che c’è stato un aumento del numero di attacchi deliberati contro i civili palestinesi da parte dei coloni israeliani che utilizzano i loro veicoli come armi.

“Nel mese di settembre – scrive -, un bambina palestinese di sei anni è stata investita da un colono a sud della città occupata di Hebron. Nel mese di agosto, una bambina palestinese di otto anni è stata colpita dal veicolo di un colono nel sud della Cisgiordania, un atto che i testimoni hanno descritto come un attacco deliberato. Una settimana dopo, un 23 enne palestinese è stato investito e ucciso da un veicolo di coloni nella Cisgiordania centrale.

“Per quanto riguarda chi scrive posso dire: nessuno dei colpevoli è stato etichettato come ‘terrorista’ né è stato ritenuto responsabile”.

Traduzione di Edy Meroli