Rapporto ONU: in una settimana 3 morti e 92 sfollati

155d8835a5ba06_FQOHENPIJMKLGGerusalemmeQuds Press. Un rapporto ONU ha fatto luce sull’aumento delle violazioni israeliane commesse la scorsa settimana nei confronti dei civili palestinesi nei territori occupati.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) nei territori occupati ha dichiarato che le forze d’occupazione hanno ucciso due civili palestinesi nei pressi di Nablus, uno all’ingresso della cittadina di Beita, l’altro presso il posto di blocco di Za’tar. Entrambi erano ventenni.

Ha aggiunto che una donna palestinese è deceduta nella sua casa di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. in seguito alle ferite riportate dopo l’esplosione di ordigni dell’esercito israeliano. Il numero delle vittime sale così a cinque, quello dei feriti supera i cinquanta.

Nel suo rapporto pubblicato sabato 22 agosto, l’OCHA ha reso nota la morte di 16 palestinesi della Striscia di Gaza, tra cui un bambino, negli incidenti provocati dall’esplosione di alcuni ordigni inesplosi che, a loro volta, hanno causato il ferimento di più di 170 persone, tra cui 22 bambini. Tutto ciò è avvenuto nonostante la ratifica dell’accordo sul cessate il fuoco stipulato nell’agosto 2014 tra la resistenza e l’esercito israeliano. Il rapporto ha dunque documentato il ferimento di 27 palestinesi in seguito a scontri con l’occupazione avvenuti in zone distinte della Cisgiordania, e l’arresto di altri 78 palestinesi.

Il periodo preso in esame dal rapporto Onu è stato testimone nella Striscia di Gaza dell’arresto di un cittadino palestinese al suo arrivo presso il valico di Eretz dopo aver ottenuto un permesso per recarsi in Cisgiordania, e di altre quattro persone che, stando a quanto riportato da fonti ebraiche, tentavano di intrufolarsi nei territori occupati privi di permesso.

Il rapporto ha inoltre reso noto l’aumento del numero delle demolizioni portate avanti dall’esercito israeliano nei confronti delle abitazioni palestinesi della Cisgiordania, precisando che la scorsa settimana le autorità d’occupazione hanno demolito 35 edifici palestinesi, di cui sei costruiti col finanziamento di alcuni donatori, e sedici edifici residenziali in Cisgiordania a causa della mancanza delle concessioni edilizie, provocando lo sfollamento di 92 palestinesi, tra cui 55 bambini, e danneggiando altre 81 persone. Ha dunque aggiunto che in una settimana sono 78 i palestinesi, tra cui 49 bambini, originari della comunità beduina di al-Za’im, e di al-Khan al Ahmar-Abu Falah, Bi’r al-Maskub e Wadi Sunaysil, ad essere stati sfollati il 17 agosto, raggiungendo così il più alto numero di sfollati in un solo giorno dall’ottobre del 2012. L’OCHA ha sottolineato che “i residenti delle quattro località, a loro volta parte di 46 comunità beduine, situate nella zona C sotto il totale controllo israeliano, subiscono minacce di deportazione forzata nell’ambito del progetto promosso dalle autorità d’occupazione che mira ai trasferirne la popolazione in uno dei tre centri di reinsediamento.” Ha poi comunicato che le attività di demolizione hanno interessato l’11 agosto altri 14 palestinesi della comunità di al-Jiftlik – Abu al-‘Ajjaj, nei pressi di Gerico, nella valle del Giordano. E’ la quindicesima volta in un anno che la popolazione della zona subisce tali demolizioni.

Il rapporto, nella sezione attacchi da parte dei coloni, ricorda che “i coloni israeliani hanno compiuto tre aggressioni provocando feriti tra i palestinesi e arrecando danni alle loro proprietà”, precisando che tali avvenimenti hanno portato all’aggressione fisica di due palestinesi, uno di 16 anni, l’altro di 18, presso il villaggio di Azzun, nel governatorato di Qalqiliya, e di un trentunenne nell’insediamento ebraico di Pisgat Ze’ev, a Gerusalemme.

Il rapporto ha infine accennato all’incendio doloso divampato a ‘Ayn Samiya, vicino a Ramallah, che ha provocato danni ad una tendostruttura residenziale, oltre che al ferimento di un bambino palestinese di dieci anni investito da un’automobile israeliana nei pressi di Yatma, a sud di Nablus, nel nord della Cisgiordania.

Traduzione di Michele Di Carlo