Rapporto settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane nei TO

Rapporto settimanale sulle violazioni israeliane dei diritti umani nei Territori della Palestina Occupata (8-21 settembre 2016)

Le forze israeliane continuano i loro crimini nei Territori Palestinesi Occupati

(8-21 settembre 2016)

 

Le forze israeliane hanno continuato l’uso eccessivo della forza nei Territori Occupati Palestinesi

  • 8 civili sono stati uccisi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza
  • Tra le vittime vi erano un cittadino giordano, ucciso a Gerusalemme est, e 5 bambini.
  • 13 civili, compresi 4 bambini, sono rimasti feriti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
  • I caccia israeliani hanno compiuto 3 attacchi nella Striscia di Gaza a causa dei quali due ricoveri agricoli ed un pozzo di acqua sono stati distrutti.
  • Le forze israeliane hanno mirato alla zona di confine lungo la parte settentrionale della Striscia di Gaza ferendo un agricoltore.
  • Le forze israeliane hanno compiuto 116 incursioni nelle zone palestinesi in Cisgiordania e due nella zona sud della Striscia di Gaza.
  • 110 civili, compresi 31 bambini ed una donna, sono stati arrestati.
  • 33 di questi, compresi 12 bambini e la donna, sono stati arrestati a Gerusalemme occupata.
  • Le forze israeliane hanno continuato a compiere azioni per creare una maggioranza ebraica a Gerusalemme Est occupata.
  • Un civile palestinese è stato obbligato a distruggere la propria abitazione mentre un’altra casa è stata demolita nel quartiere di Beit Hanina.
  • Una casa, nella Città Vecchia, è stata sgomberata a favore di una organizzazione di coloni.
  • Le forze israeliane hanno continuato le attività coloniali in Cisgiordania.
  • I coloni hanno appiccato il fuoco a 13 alberi di olivo, ad est di Qalqilya.
  • Le forze israeliane hanno continuato a colpire i pescatori palestinesi nel mare di fronte alla Striscia di Gaza.
  • Un pescatore è stato ferito e la sua imbarcazione ha subito danni nel nord della Striscia.
  • 6 pescatori sono stati arrestati al largo delle coste di Deir al-Balah e la loro imbarcazione è stata confiscata.
  • Le forze israeliane hanno suddiviso la Cisgiordania in regioni continuando ad imporre la chiusura illegale della Striscia di Gaza.
  • Decine di posti di blocco temporanei sono stati eretti in Cisgiordania ed altri sono stati ristabiliti per impedire il movimento ai civili palestinesi.
  • 4 civili palestinesi sono stati arrestati ai posti di blocco militari.
  • Un imprenditore è stato arrestato nel valico di Beit Hanoun (Erez)

 

Sommario

Le violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani nei Territori Occupati sono continuate durante il rapporto di riferimento (8-21 settembre 2016)

Scontri a fuoco:

Le forze israeliane hanno continuato a compiere crimini, causando vittime tra i civili. Hanno anche continuato l’utilizzo eccessivo della forza contro i civili palestinesi che partecipavano a proteste pacifiche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali giovani. Durante questo periodo del rapporto, le forze israeliane hanno ucciso 8 civili, compresi 5 bambini ed un cittadino giordano, in Cisgiordania e nella Striscia. Inoltre ne hanno feriti altri 15, compresi 4 bambini. Undici di loro si trovavano in Cisgiordania, comprese 2 ragazze, mentre gli altri quattro erano nella Striscia. In quest’ultima, la marina israeliana ha continuato a colpire i pescatori palestinesi e ad inseguirli in mare, mentre le truppe di terra hanno continuato a colpire nelle zone di confine. Inoltre, aerei israeliani hanno compiuto 3 attacchi su Gaza.

In Cisgiordania le forze israeliane hanno ucciso 7 civili palestinesi, compresi 4 bambini ed un cittadino giordano, e ferito 11 civili, comprese 2 ragazze. Gli episodi sono stati i seguenti:

Il 16 settembre 2016 le forze israeliane hanno ucciso un cittadino giordano mentre si trovava nei pressi della porta al-Amoud, nella Città Vecchia di Gerusalemme Est, col pretesto che stesse cercando di accoltellare un soldato israeliano. E’ da notare che la vittima era solita lavorare per la Jordanian Water Authority e che si trovava in visita a Gerusalemme assieme ad un gruppo di turisti, era entrato nei territori palestinesi attraverso il valico di al-Karamah il giorno prima di essere ucciso.

Nello stesso giorno, le forze israeliane si sono posizionate all’entrata della colonia di “Givat Kharsina”, ad est di Hebron, aprendo il fuoco contro un veicolo col pretesto che li volesse investire. A seguito di ciò, chi si trovava alla guida, Feras al-Khdour (17), è rimasto ucciso e la sua familiare Raghad (16) è rimasta ferita. Erano entrambi del villaggio di Bani Na’im, ad est di Hebron. La ragazza è stata trasportata all’ospedale Hadassa di Gerusalemme da una ambulanza militare israeliana mentre il corpo di Feras è stato trattenuto in custodia.

Sempre nello stesso giorno, le forze israeliane si sono appostate presso il checkpoint militare di Gilbert, a nord del quartiere di Tal al-Rumaida, nel centro di Hebron, aprendo il fuoco contro Mohammed Thalji Rajabi (15) e uccidendolo. Le forze israeliane hanno sostenuto che Mohammed avesse cercato di compiere un accoltellamento. Le forze hanno convocato il padre della vittima presso il posto di blocco militare, nel zona meridionale della città, dove è stato informato della morte del figlio.

Il 17 settembre 2016, le forze israeliane si sono dislocate nella zona chiusa tra il monte al-Rahma ed il quartiere di Tal al-Rumaida, nel centro di Hebron, ed hanno sparato contro Hatem al-Shaloudi (25), la cui abitazione si trova a soli 20 metri dal luogo dell’omicidio. Pertanto egli è rimasto ucciso ed il suo corpo è stato trattenuto per 2 ore fino a quando un veicolo militare non lo ha trasferito verso una destinazione sconosciuta. Successivamente, i media israeliani hanno pubblicato un video di questa persona mentre attacca un soldato israeliano con un oggetto affilato.

Il 19 settembre 2016 gli ufficiali della Guardia di Frontiera israeliana si sono posizionati in una stanza adibita ai controlli e alle perquisizioni nella zona di Ein al-Hamrah, a sud della moschea Ibrahimi, nella zona meridionale della Città Vecchia di Hebron, aprendo il fuoco contro Amir Rajabi (17) e Mohammed Rajabi (22). Di conseguenza, il ragazzo è rimasto ucciso ed un altro civile ha subito ferite abbastanza gravi. La persona ferita è stata trasferita mezz’ora più tardi con un’ambulanza, ma è stata dichiarata morta un’ora dopo a seguito delle ferite. Le forze israeliane hanno sostenuto che i due ragazzi avevano cercato di compiere un attacco con coltelli.

Il 20 settembre 2016, le forze israeliane si sono appostate presso un posto di blocco temporaneo all’entrata del villaggio di Bani Na’im, ad est di Hebron, ed hanno sparato contro Essa Tarayra (16) dello stesso villaggio, mentre camminava in direzione del checkpoint. I soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro di lui da una distanza di 30 metri e lo hanno lasciato sanguinare per circa una mezz’ora. E’ stato quindi trasportato da un’ambulanza ma in seguito è stato dichiarato morto. Le forze israeliane hanno sostenuto che Tarayra aveva in mano un coltello e che aveva cercato di compiere un aggressione. Nessun testimone si trovava nella zona per poter confermare o sconfessare il racconto degli israeliani.

 

Scontri a fuoco che hanno provocato ferimenti di Palestinesi sono stati i seguenti:

Il 12 settembre 2016 le forze israeliane hanno ferito 4 civili palestinesi quando il primo di loro è entrato nella zona di al-Wa’ar, ad est del villaggio di Asirah, zona sudorientale di Nablus.

Il 18 settembre 2016 le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro Baha’ al-Deen Ouda (20) col pretesto che stesse cercando di accoltellare un ufficiale israeliano all’entrata della colonia di “Efrat”, sud di Betlemme. Pertanto Ouda ha subito varie ferite da arma da fuoco ed è stato quindi trasportato all’ospedale Soroka di Beersheba per ricevere i trattamenti medici necessari.

Il 19 settembre 2016 le forze israeliane hanno sparato contro Ayman al-Kurd (20 anni) dopo che aveva accoltellato 2 soldati israeliani presso la porta al-Sahera di Gerusalemme Est. Ha pertanto subito varie ferite da pallottole ed è poi stato trasportato presso l’ospedale Hadassa.

Il 20 settembre 2016 tre civili sono rimasti feriti quando le forze israeliane sono arrivate nel campo rifugiati di al-Dheisha, zona meridionale di Betlemme.

Il 21 settembre 2016 le forze israeliane si sono appostate presso il checkpoint militare di al-Jaljulia ed hanno sparato contro Bara’a Owaisi (13) di Qalqilya. Ha quindi subito una ferita da pallottola alla gamba ed è stata immediatamente arrestata. La ragazza ferita stava camminando senza ascoltare le urla dei soldati che le ordinavano di fermarsi. I media israeliani hanno confermato che la ragazza non cercava di compiere un accoltellamento e pertanto stava solo continuando a camminare.

Nella Striscia di Gaza, il 9 settembre 2016, durante un uso eccessivo della forza, le forze israeliane hanno ucciso Abdul Rahman al-Dabagh (16) quando hanno sparato contro decine di giovani che si dirigevano verso la recinzione di confine, zona sudorientale del campo rifugiati di al-Bureij, ed hanno iniziato a lanciare pietre contro i soldati israeliani. Uno di questi ha sparato una flare bomb che ha colpito direttamente il ragazzo che si trovava a circa 10-15 metri dalla recinzione. La bomba lo ha colpito direttamente alla fronte ed a causa di questo è caduto a terra con la testa infuocata. Il ragazzo è stato trasferito all’ospedale al-Aqsa di Deir al-Balah, ma alcuni minuti dopo essere stato ricoverato in ospedale i dottori ne hanno dichiarato la morte. Il 16 settembre 2016, due bambini palestinesi sono rimasti feriti nello stesso luogo e nelle stesse circostanze.

Sempre al fine di colpire nelle zone di confine, le forze israeliane si sono dislocate nella zona nordoccidentale di Jabalia ed hanno ferito un agricoltore palestinese quando hanno sparato contro un cacciatore ed altri agricoltori. E’ da notare che l’agricoltore ferito si trovava a circa 400 metri verso ovest dalla recinzione di confine.

Per quanto riguarda gli attacchi aerei, il 15 settembre 2016 gli aerei da guerra israeliani hanno compiuto tre incursioni sulla Striscia di Gaza. In seguito a ciò, 2 costruzioni agricole ed un pozzo nella zona di al-Sayafa sono andati completamente distrutti.

Con lo scopo di colpire i pescatori in mare, il 17 settembre 2016 le forze israeliane si sono posizionate nel nord del mare al largo della Striscia di Gaza ed hanno sparato contro un pescatore che si trovava entro le 2 miglia nautiche. A seguito degli spari il pescatore è ritornato indietro a riva. Situazione simile si è ripetuta nella stessa zona attorno alle 23:20 di martedì 20 settembre 2016.

Il 19 settembre 2016 le imbarcazioni armate israeliane si sono posizionate nella zona nordoccidentale di Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza, aprendo il fuoco contro i pescatori palestinesi che si trovavano nella zona. A causa di ciò, Ahmed Zayed (32), della zona di al-Salateen nel villaggio di Beit Lahia, ha subito una ferita da pallottola all’addome e la sua imbarcazione è stata danneggiata.

 

Incursioni:

Durante questo periodo del rapporto, le forze israeliane hanno compiuto almeno 116 incursioni militari nelle zone dei Palestinesi della Cisgiordania e 11 a Gerusalemme Est occupata ed i suoi dintorni. Durante queste incursioni le forze israeliane hanno arrestato almeno 110 civili palestinesi, compresi 31 bambini ed una donna. Trentatrè di essi, compresi 12 bambini e la donna, sono stati arrestati a Gerusalemme occupata.

Nella Striscia di Gaza, il 14 settembre 2016, le forze israeliane si sono spostate di circa 100 metri verso la zona orientale di al-Fukhari, sudest di Khan Yunis, sud della Striscia. Hanno spianato i terreni per alcune ore dopo di chè se ne sono andati.

Il 20 settembre 2016 le forze israeliane si sono spostate circa 100 metri verso est del villaggio di Kuza, sudest di Khan Yunis, sud della Striscia. Anche qui hanno spianato i terreni e poi se ne sono andati.

 

Creazione di una maggioranza ebraica a Gerusalemme Est occupata:

Per quanto riguarda le abitazioni demolite, il 16 settembre 2016 Murad Ja’abees ha demolito la propria abitazione nel quartiere di al-Sal’a nel Monte al-Mukaber, sudest di Gerusalemme Est, in esecuzione della decisione della municipalità israeliana col pretesto che la costruzione non aveva i permessi necessari.

Il 20 settembre 2016 la municipalità israeliana ha demolito una casa appartenente alla famiglia di Hassan Alqam, quartiere di Beit Hanina, nord di Gerusalemme occupata, anche in questo caso col pretesto che la costruzione non aveva i permessi necessari. Con lo stesso scopo, le forze israeliane hanno demolito, lo stesso giorno, strutture agricole e baracche a sud della Città Vecchia, appartenenti a Nidal Mohammed Dabash.

Per quel che riguarda lo sgombero di abitazioni palestinesi a favore di organizzazioni di coloni, il 15 settembre 2016 le autorità israeliane hanno ordinato alla famiglia di Mazen Qersh di lasciare l’abitazione nella Città Vecchia col pretesto che la famiglia è un “inquilino non protetto” ed ha perso la sua protezione in quanto si tratta della “quarta generazione”. Si noti che la famiglia ha vissuto in questa casa fin dal 1936 secondo un contratto d’affitto di una famiglia palestinese che era in possesso della casa prima che la famiglia la vendesse ai coloni nel 1986.

 

Attività coloniali:

Il 10 settembre 2016 un gruppo di coloni dell’insediamento di “Immanuel” hanno appiccato il fuoco alle terre di Palestinesi nel villaggio di Jinsafout. La Protezione Civile non è riuscita a spegnere l’incendio. A causa di questo, 13 alberi di olivo sono stati bruciati.

 

Restrizioni di movimento:

Israele ha continuato ad imporre un blocco feroce nei territori palestinesi occupati, imponendo severe restrizioni al movimento dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza ed in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est occupata.

La chiusura illegale della Striscia di Gaza, che è stata costantemente via via più ristretta dal giugno 2007, ha avuto un impatto disastroso sulla situazione umanitaria ed economica della Striscia. Le autorità israeliane impongono misure per colpire la libertà di commercio, compresi i bisogni primari per la popolazione della Striscia di Gaza e non permettendo che i prodotti agricoli ed industriali possano essere esportati. Per 9 anni consecutivi, Israele ha sempre di più ristretto la chiusura di terra e navale per isolare la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania, compresa Gerusalemme occupata, e da altri paesi del resto del mondo. Ciò ha determinato gravi violazioni dei diritti economici, sociali e culturali ed un deterioramento delle condizioni di vita di 1,8 milioni di persone. Le autorità israeliane hanno stabilito che Karm Abu Salem (Kerem Shaloum) sia l’unico passaggio per le importazioni e le esportazioni con lo scopo di poter esercitare pieno controllo sulla economia della Striscia di Gaza. Essi vogliono anche imporre un divieto totale di esportazione dalla Striscia di Gaza. Il blocco israeliano ha provocato l’aumento del tasso di povertà al 38,8%, ed il 21,1% si trova in estrema povertà. Inoltre, il tasso di disoccupazione è salito al 44% il chè rappresenta un peggioramento economico senza precedenti per la Striscia di Gaza.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi