Rapporto UNRWA: nessuna diminuzione della mortalità infantile a Gaza negli ultimi dieci anni

Gerusalemme-WAFA. Secondo un nuovo studio dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency), la mortalità infantile, in calo in molte parti del mondo, a Gaza negli ultimi dieci anni non è diminuita.

Lo studio intitolato “Stalled decline in infant mortality among Palestine refugees in the Gaza Strip since 2006” (Diminuzione della mortalità infantile tra i rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza in fase di stallo dal 2006) è stato pubblicato mercoledì scorso sul giornale Plus One.

Secondo il direttore del Dipartimento della Salute dell’UNRWA, Akihiro Seita, “ciò è un segnale d’allarme di enorme importanza, una tendenza preoccupante della situazione generale non solo riguardo alla salute dei bambini, ma anche alla salute dell’intera popolazione di rifugiati palestinesi a Gaza. Inoltre, è un segnale d’allarme per la generale situazione sociale ed economica di Gaza, dal momento che i rifugiati palestinesi rappresentano più del settanta per cento della popolazione totale di Gaza. La mortalità infantile è il barometro della salute di tutta la popolazione”.

Il nuovo studio ha rilevato che il tasso di mortalità infantile tra i rifugiati palestinesi a Gaza è stato del 22,7 per 1000 nascite. Questo tasso rimane nello stesso ambito di quello riportato precedentemente pari al 22,4 per 1000 nascite nel 2015 e del 20,2 per 1000 nascite dello studio condotto nel 2006.

“Questi risultati necessitano della nostra attenzione poiché lo scopo ultimo è quello di contribuire alla riduzione della mortalità infantile e mettere fine alle morti dei bambini. Gaza non è stata in grado di raggiungere il quarto degli Obiettivi di Sviluppo del millennio (Millenium Development Goals) inerente alla riduzione di due terzi della mortalità di bambini sotto i cinque anni. Devono essere compiuti degli sforzi per raggiungere il nuovo target di mortalità neonatale del Sustainable Development Goal con un indice inferiore ai 12 morti per 1000 nascite nel 2030”, ha spiegato Seita.

A Gaza, la situazione socioeconomica si è drammaticamente deteriorata nell’ultimo decennio a seguito dell’imposizione dell’embargo e dei susseguenti conflitti. L’embargo ha influenzato il settore della salute a Gaza, dal momento che gli ospedali continuano a mancare di adeguate infrastrutture, farmaci, rifornimenti e materiali per la prevenzione di infezioni.

E’ ragionevole ritenere che l’instabile fornitura di energia elettrica, la funzionalità delle strutture mediche in via di deterioramento, la mancanza periodica di medicine essenziali e di materiali di consumo per uso medico hanno un ricaduta sulla qualità delle cure mediche con un conseguente impatto sulla mortalità infantile.

Traduzione per InfoPal di Laura Pennisi