Razzismo made in Israel: rinnoviato il divieto al ricongiungimento familiare dei palestinesi.

Gerusalemme – Infopal. Jamal Zahalka, leader del partito arabo-israeliano “National democratic assembly”, ha denunciato ieri il prolungamento fino al luglio 2010 del divieto di ricongiungimento delle famiglie palestinesi in territorio israeliano.

Zahalka, per questo motivo, ha quindi definito il governo di Benjamin Netanyahu “spudorato”, in quanto non troverebbe nulla di sbagliato nel separare le madri dai loro figli, o i mariti dalle loro mogli, e nel vantarsi poi di fronte al mondo intero di essere un governo “democratico”. Evidentemente, ha commentato, la legge israeliana non considera i palestinesi come esseri umani: “Non esiste un limite a una simile insolenza razzista?”, si è domandato il leader con meraviglia.

L’estensione del divieto è stata approvata dal parlamento israeliano lunedì in tarda serata, con 47 voti a favore e 12 contro: con esso, alle famiglie palestinesi verrà impedito per la sesta volta consecutiva di ricongiungersi all’interno della “linea verde”, che delimita i territori palestinesi occupati nel 1948 [l’attuale stato d’Israele, ndr].

Zahalka ha poi ricordato che tutte le organizzazioni umanitarie internazionali hanno condannato il decreto, accusandolo anch’esse di rappresentare un atto “razzista” da parte della Knesset. Persino l’Alta corte israeliana – sostiene il politico arabo – ha richiamato il governo perché prendesse in considerazione i casi umanitari, ma Netanyahu avrebbe scelto d’ignorare il richiamo.

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