Record di demolizioni delle abitazioni palestinesi da parte di Israele nel 2016

416247CPalestinechronicle.com. Secondo quanto stimato dall’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem, nel 2016 le autorità israeliane hanno accelerato il processo di  demolizione delle abitazioni palestinesi nei territori occupati. Il numero delle abitazioni distrutte sarebbe il più alto degli ultimi dodici anni, durante i quali il gruppo ha costantemente aggiornato le statistiche degli abbattimenti.

La campagna di demolizione ha subito un incremento nell’agosto del 2015, venendo ufficiosamente bloccata nel corso dell’anno, per poi essere ripresa definitivamente nel 2016. Lo scorso anno gli sfollati sono stati 1134, inclusi 591 minori, a causa della demolizione di ben 274 abitazioni in Cisgiordania (ad esclusione di Gerusalemme est) da parte di Israele.

A Gerusalemme est le autorità israeliane hanno distrutto 73 abitazioni palestinesi nel 2016, mentre altre 15 sono state demolite dai rispettivi proprietari su ordine del comune. La violazione delle ordinanze avrebbe comportato pesanti sanzioni e non avrebbe probabilmente evitato la demolizione. L’insieme di queste azioni ha causato la perdita della casa per 295 palestinesi, di cui 160 sono minori. Ulteriori 48 edifici non residenziali sono stati abbattuti.

“Nonostante le differenze tra l’area C e Gerusalemme est in termini di leggi applicate e di gestione delle autorità in ciascuna area, la politica perpetrata da Israele in queste zone è simile, mirando a ridurre quanto più possibile i territori ancora in possesso dei palestinesi. Le autorità parlano cinicamente di costruzioni illegali come pretesto per la loro opera di demolizione, mentre allo stesso tempo viene vietata ai palestinesi la costruzione legale delle abitazioni”.

Le autorità israeliane vengono inoltre accusate di non autorizzare abbastanza permessi di costruzione per far fronte alla crescente richiesta di nuove residenze da parte dei palestinesi, non lasciando loro altra scelta che costruire case illegalmente. B’Tselem si dice convinto che si tratti di una politica mirata a creare condizioni di vita insostenibili per i palestinesi, al fine di costringerli ad abbandonare i territori.

“Questa politica, sostenuta da tutte le autorità, viola esplicitamente e duramente tutti i basilari diritti umani di decine di migliaia di palestinesi. Allo stesso tempo, viene offerta la prova decisiva che Israele ha in programma progetti a lungo termine per continuare il controllo sull’area, opprimendo ed espropriando i residenti”.

Dal canto loro, le autorità israeliane respingono ogni accusa.

Il coordinatore delle attività governative nei territori uniti ha dichiarato a Ynet, divisione telematica del quotidiano Yedioth Ahronot che “l’amministrazione civile conduce soltanto operazioni esecutive contro le costruzioni illegali in Giudea e Samaria, in conformità con le istruzioni politiche”.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio