Report mensile sui prigionieri: 436 Palestinesi arrestati a settembre. 7955 in un anno

-129273019InfoPal. Quello che segue è un rapporto mensile diffuso dalle organizzazioni palestinesi che lavorano sulla questione dei prigionieri: il Comitato per gli Affari dei prigionieri; la Società dei prigionieri palestinesi – PPS; il centro per i diritti umani Al-Mezan; l’associazione Addameer e altre organizzazioni per i diritti umani e dei prigionieri.

Il rapporto è stato divulgato lunedì 3 ottobre e pubblicato su Imemc, Quds Press, PIC e altri siti.

I dati

A settembre 2016 le forze di occupazione hanno arrestato 436 Palestinesi – tra i quali 73 bambini e 11 tra ragazze e donne – in Cisgiordania e Gaza.

151 degli arresti sono stati effettuati nel governatorato di Gerusalemme, 81 a Hebron, 40 a Betlemme, 40 a  Nablus, 35 a Jenin, 32 a Ramallah e El-Bireh, 23 a Tulkarem, 8 a Qalqiliya, 6 a Tubas, 6 a Salfit, 5 a Gerico e 9 nella Striscia di Gaza.

Ci sono circa 7.000 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui 59 donne, 12 delle quali minorenni.

Ci sono circa 350 minorenni rinchiusi nelle prigioni di Megiddo e Ofer.

700 Palestinesi sono in detenzione amministrativa, senza imputazioni e processo. 122 ordini di detenzione amministrativa sono stati emessi a settembre.

palestinian-hunger-strike-2La battaglia degli stomaci vuoti (sciopero della fame) a settembre

I prigionieri palestinesi Mohammed e Mahmoud al-Balboul e Malik al-Qadi hanno portato avanti scioperi della fame rispettivamente di 79, 76 e 68 giorni contro gli ordini di detenzione amministrativa emessi contro di loro.

Hanno posto fine agli scioperi il 22 settembre, dopo aver raggiunto con le autorità israeliane un accordo per il loro rilascio, senza rinnovo della detenzione. Al-Qadi è stato immediatamente liberato e ricoverato in un ospedale palestinese, mentre i fratelli Balboul saranno rilasciati l’8 dicembre.

I prigionieri Ahmad Abu Fara e Anas Shadid hanno iniziato lo sciopero della fame il 25 settembre, contro la loro detenzione amministrativa, mentre Jawad Jawarish e Maher Abayat hanno annunciato lo sciopero contro i trasferimenti arbitrari e l’isolamento a cui sono sottoposti dalle autorità carcerarie.

Palestinian-woman-masked-intifada-protestor-777x437Un anno di sollevazione (intifada) popolare: la questione dei prigionieri

La protesta popolare iniziata il 1° ottobre 2015 ha avuto un chiaro impatto sulla questione dei prigionieri.

Il numero di arresti quotidiani è aumentato nel corso dell’ultimo anno. Sono stati arrestati perlomeno 7955 palestinesi, fra cui 1963 bambini, 229 donne e ragazze, 41 giornalisti e cinque membri del Consiglio legislativo palestinese.

Il numero più alto di arresti è avvenuto a Gerusalemme: 2355 dallo scorso ottobre, fra cui 842 bambini e 128 donne, comprese 24 minorenni.

C’è stato un aumento del numero delle detenzioni amministrative nel corso dell’anno. Per la prima volta dal 2008, le autorità d’occupazione hanno emanato 1436 ordini di detenzione amministrativa nel 2016, fra cui 546 nuovi ordini emanati senza accuse né processo che vanno sotto il cosiddetto “file segreto”. Va menzionato che la maggior parte degli ordini sono stati emessi contro giovani e studenti che non sono affiliati alle fazioni politiche palestinesi.

Da ottobre, le autorità d’occupazione hanno perseguito politiche sistematiche e deliberate contro i prigionieri palestinesi, dall’arresto al trasferimento in prigione, fino a minacciare le loro stesse vite.

Tra queste gravi violazioni spiccano l’uso eccessivo della forza e le esecuzioni extragiudiziali da parte dei soldati israeliani, compreso l’omicidio di decine di palestinesi; la pratica di sparare per uccidere viola le leggi internazionali.

Le organizzazioni per i diritti umani hanno anche monitorato le numerose violazioni contro i detenuti palestinesi, fra cui un’escalation dell’uso della tortura e di trattamenti crudeli e disumani, come pestaggi e aggressioni durante arresti e interrogatori, oltre all’aumento della frequenza dei raid nelle celle e di ispezioni umilianti.

Palestinesi sono stati arrestati dopo essere stati feriti e non hanno ricevuto le cure necessarie; altri sono stati sottoposti a interrogatori prima e durante le cure mediche in ospedale; in altri casi, feriti sono stati rapiti mentre si trovavano in ospedale o nelle ambulanze.

La potenza occupante ha anche emanato leggi contro i Palestinesi, comprese quelle che incrementano le condanne contro i “lanciatori di pietre”, spesso bambini e giovani, e l’ampliamento della prigione detentiva, nel tentativo di imporre punizioni collettive contro i Palestinesi.

Inoltre, nuove imputazioni sono utilizzate per arrestare centinaia di Palestinesi che utilizzano i social media, con sentenze fino a un anno di carcere.

Il 2016 registra anche un’espansione della politica di deportazione e trasferimento forzato adottata dalle forze israeliane contro i gerosolimitani.