Report OCHA su impatto umanitario degli insediamenti israeliani a Hebron sui residenti palestinesi

Hebron/al-Khalil-MEMO. L’impatto umanitario degli insediamenti israeliani sui residenti palestinesi di Hebron è il punto focale di un nuovo report delle Nazioni Unite.

Il documento, pubblicato questa settimana dall’OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari), fornisce una mappa dettagliata e statistiche-chiave relative all’impatto degli insediamenti illegali sulla città palestinese.

L’OCHA afferma che le autorità di occupazione israeliane esercitano il controllo diretto su oltre il 20 per cento della città di Hebron, un’area nota come “H2” e che ospita “circa 40.000 palestinesi e alcune centinaia di coloni israeliani che vivono in cinque insediamenti coloniali.

“Le politiche e le pratiche messe in atto dalle autorità israeliane – aggiunge l’OCHA – creano preoccupazione per la sicurezza. A Hebron hanno provocato il trasferimento forzato di palestinesi dalle loro case, riducendo un’area in passato fiorente ad una ‘città fantasma’”.

Per quei palestinesi che rimangono nelle “aree chiuse e ristrette”, nel frattempo, le condizioni di vita “sono state gradualmente ridotte, anche per quanto riguarda i servizi di base e le fonti di sostentamento”.

Il report dell’OCHA denuncia come attualmente siano presenti più di 100 ostacoli fisici imposti dall’esercito israeliano ai residenti palestinesi, compresi 20 posti di blocco con personale.

Questi ostacoli “separano l’area degli insediamenti e i suoi dintorni dal resto della città, incidendo sulla libertà di movimento dell’intera popolazione palestinese dell’H2, così come sugli altri residenti della città di Hebron”.

Dalla fine del 2015, inoltre, “l’area di insediamento H2 è dichiarata “zona militare chiusa”, isolando ulteriormente oltre 800 residenti palestinesi, i quali devono registrarsi presso le autorità israeliane ed attraversare un check-point per raggiungere le loro case; l’accesso è possibile solo ai pedoni e i visitatori non sono ammessi”.

Altri 4.500 palestinesi “risiedono in strade adiacenti agli insediamenti israeliani -afferma l’OCHA -dove il movimento dei veicoli palestinesi è quasi totalmente vietato e i pedoni sono costretti ad attraversare un check-point per accedere all’area riservata”.

Secondo un’indagine del 2015 citata dall’agenzia delle Nazioni Unite, circa 260 unità abitative nelle aree chiuse e riservate – circa il 40% delle abitazioni – sono state abbandonate dai residenti palestinesi e sono vuote.

Inoltre, “512 imprese palestinesi situate in quelle aree sono state chiuse a causa di ordini militari e oltre 1.000 sono state chiuse a causa dell’accesso limitato a clienti e fornitori”.

Traduzione per InfoPal di Bushra Al Said