‘Rimuovete il nome di nostra nonna dal muro di Yad Vashem’.

Al Presidente dello Stato d’Israele e al Direttore del memoriale Yad Vashem

Rimuovete il nome di nostra nonna dal muro di Yad Vashem

di MICHAEL NEUMANN
e OSHA NEUMANN

Seguendo l’esempio di Jean-Moise Braitberg, chiediamo che il nome di nostra nonna venga rimosso dal muro di Yad Vashem. Si chiamava Gertrud Neumann. I vostri registri riportano che era nata a Kattowitz il 6 giugno 1875 e che è deceduta a Theresienstadt.

M. Braitberg presenta la sua istanza con ottime ragioni e in base alla sua eloquente, personale testimonianza. Le sue parole sono ispiratrici, ma conferiscono a voi, e a quanti stanno con voi, troppo credito. Io sarò invece molto breve. Vi prego di considerare quanto segue come espressione del mio disgusto e disprezzo per il vostro Stato e per tutto quello che esso rappresenta.

Nostra nonna fu vittima proprio di quell’ideale di superiorità etnica per la cui causa Israele ha versato tanto sangue per così lungo tempo. Io ero tra i molti ebrei che non facevano caso all’adesione a tale ideale, nonostante le sofferenze che esso ha inflitto alla nostra razza. Ci sono volute migliaia di vite palestinesi prima che mi rendessi conto di quanto folli eravamo stati.

La nostra complicità è spregevole. Non credo che il popolo ebraico, nel cui nome avete commesso così tanti crimini con un simile compiacimento oltraggioso, possa sbarazzarsi della vergogna che gettate su di noi. La propaganda nazista, nonostante tutte le sue calunnie, non ha mai disonorato né corrotto gli ebrei; voi ci siete riusciti. Non avete il coraggio di assumere la responsabilità dei vostri atti di sadismo: con un’insolenza mai vista prima, vi siete fatti portavoce di un’intera razza, come se la nostra stessa esistenza fosse un’approvazione alla vostra condotta. Avete macchiato i nostri nomi non solo con i vostri atti, ma con le menzogne, i discorsi evasivi, la compiaciuta arroganza e l’infantile moralismo con cui avete ricamato la nostra storia.

Alla fine darete ai palestinesi un qualche avanzo di Stato. Non pagherete mai per i vostri crimini e continuerete a pavoneggiarvi, a crogiolarvi nelle vostre illusioni di una superiorità morale. Ma da qui ad allora continuerete a uccidere e a uccidere, senza nulla ottenere dalle vostra brutalità da monelli viziati. Nostra nonna ha sofferto abbastanza quando era viva. Smettete di coinvolgerla da morta in questo orrore.

Michael Neumann

Mi unisco a mio fratello, Michael Neumann, nel richiedere che qualunque riferimento a nostra nonna venga rimosso dal Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto.

Io ci sono stato. I sui edifici, i cortili lastricati e i piazzali si estendono autorevolmente su un paesaggio di molti acri. In esso l’Olocausto appare come un preludio alla creazione dello Stato d’Israele. Cimeli e reperti dei campi di sterminio vi sono preservati come tesori nazionali. Questo tesoro non appartiene a Israele. Potrà essere un tesoro solo se servirà da monito per non permettere più a nessuna nazione di proclamarsi esente dai limiti della moralità e della decenza.

Israele ha distorto l’Olocausto facendone un pretesto per perpetuare altri olocausti. Ha speso il cordoglio del mondo per le vittime dell’Olocausto in un inutile sforzo per mettersi al riparo dalle critiche che le piovono addosso per i massacri e le torture dei palestinesi, e per la brutale occupazione con cui li soffoca. Non desidero che la memoria di mia nonna venga annoverata in questo ignobile progetto.

Sono cresciuto credendo che gli ebrei fossero un gruppo etnico con la missione storica di trascendere l’etnicità in un fronte unico contro il fascismo. Essere ebreo significava essere anti-fascista. Da tempo Israele mi ha svegliato dal mio sonno dogmatico sull’immutabile relazione tra ebrei e fascisti. È stata macchinata una fusione tra l’immagine di torture e criminali di guerra ebrei e quella di vittime emaciate dei campi di concentramento. Trovo che questa commistione sia oscena. Non voglio farne parte. Avete perso il diritto di essere i custodi della memoria di mia nonna. Non desidero che Yad Vashem sia il suo memoriale.

Osha Neumann

Michael Neumann è professore di filosofia in un’università canadese. È autore di What's Left: Radical Politics and the Radical Psyche and The Case Against IsraelHa inoltre contribuito con il saggio “What is Anti-Semitism” al libro curato da CounterPunch, The Politics of Anti-Semitism. Può essere raggiunto a questo indirizzo: mneumann@live.com

Osha Neumann è un avvocato difensore a Berkeley e autore di Up Against the Wall MotherF**ker: a Memoir of the 60s with Notes for Next Time

 

Traduzione di Maurizio Bagatin


La lettera in francese può essere letta su
http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/01/28/effacez-le-nom-de-mon-grand-pere-a-yad-vashem_1147635_3232.html

e la sua traduzione su
http://www.bilin-village.org/english/articles/different-look/Erase-my-grandfather-s-name-at-Yad-Vashem

Michael Neumann e’ professore di filosofia in un’Universita’ canadese. E’ autore di What's Left: Radical Politics and the Radical Psyche and The Case Against Israel. Ha inoltre contribuito al saggio “What is Anti-Semitism”, al libro di CounterPunch, The Politics of Anti-Semitism. Puo’ essere contattato al seguente indirizzo mneumann@live.com

Osha Neumann e’ avvocato a Berkeley ed autore di Up Against the Wall MotherF**ker: a Memoir of the 60s with Notes for Next Time.


http://www.counterpunch.org/neumann02202009.html

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