Rivolta in Bahrein, continua la repressione del regime: ucciso un uomo con gas tossici

PressTv. Le forze del Bahrein hanno assaltato le abitazioni di due leader dell’opposizione, Shula e Bazzaz, mentre il regime degli al-Khalifa, appoggiato dall’Arabia Saudita, continua ad affrontare le critiche con la mano pesante.

Decine di persone sono state uccise e centinaia ferite nella repressione della rivolta popolare iniziata nel febbraio del 2011. Molte altre, compresi leader dell’opposizione e attivisti umanitari, sono stati condannati a lunghi periodi di prigionia, per aver preso parte alla sollevazione.

Un report pubblicato dalla Commissione indipendente d’inchiesta del Bahrain a novembre ha dichiarato che le forze del regime “hanno fatto uso eccessivo e non necessario della forza, comportamenti terrorizzanti e danni alle proprietà” durante le proteste popolari scoppiate nel Paese.

Haj Hassan Abdullah Ali è morto martedì 18 settembre, dopo che le forze di sicurezza del Bahrain avevano sparato lacrimogeni contro la sua abitazione, nell’isola di Sitra.

Abdullah è la vittima più recente della brutalità che il regime sta usando contro pacifici manifestanti.

La Federazione internazionale per i Diritti umani (Fidh) ha affermato che il regime di Manama non ha rispettato la promessa di adottare riforme politiche nel Paese.

“Nonostante le promesse del re, le riforme rimangono ampiamente insufficienti”, ha affermato il gruppo con base a Parigi il 18 settembre.

Uso di gas lacrimogeni contro i cittadini