Salfit: una città palestinese soffocata dagli insediamenti israeliani

Salfit-WAFA. La mattina del 29 novembre, il rumore dei bulldozer dei coloni israeliani, che lavorano sulle terre dell’area di al-Ras a ovest della città di Salfit, nel nord della Cisgiordania, un’area di 50 dunums circondata da ulivi, ha svegliato i residenti palestinesi di Salfit.

Deeb Nassif, uno dei proprietari della terra ad al-Ras dove stanno lavorando i bulldozer, ha dichiarato a Wafa che la sua terra comprende un’area di 30 dunums, dalla quale traggono beneficio almeno 30 famiglie palestinesi.

“I coloni si sono impossessati della terra e vi hanno messo delle stalle per le pecore. Hanno montato i pali dell’elettricità, ci hanno impedito di raggiungere la nostra terra e ogni volta che proviamo a raggiungerla, loro, protetti dall’esercito, ci attaccano”, ha spiegato.

Ayed Murrar, Capo dell’Unità legale presso la Commissione per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti, ha dichiarato a Wafa che l’affermazione dell’occupazione israeliana, secondo cui questa terra è “terra statale”, è falsa, poiché i proprietari terrieri hanno documenti del periodo Ottomano che provano la loro proprietà da secoli.

Per questo motivo, e secondo la legge, è vietato sequestrare quella terra per qualsiasi motivo.

“L’occupazione, tuttavia, non si preoccupa della legge e cerca di trovare una scappatoia legale per mantenere al loro posto le carovane create dai coloni”, ha riferito.

Il sindaco di Salfit, Abdul Karim Zubeidi, ha dichiarato a Wafa: “Siamo rimasti sorpresi dalla presenza dei bulldozer in questa zona, protetti dall’esercito di occupazione, senza preventive notifiche o avvisi di acquisizione”.

Ha descritto l’area come strategica e centrale per la città di Salfit, con un meraviglioso panorama che si affaccia sui governatorati di Nablus, Ramallah e Qalqilya.

“La sottrazione di questa terra sarà tra i passaggi più pericolosi perché consente alle autorità di occupazione israeliane di collegare l’insediamento di Ariel con gli insediamenti industriali, formando così un blocco continuo da Kafr Qassim (in Israele) fino all’inizio della Valle del Giordano, il che significa dividere in due la Cisgiordania”, ha detto.

Zubeidi ha fatto notare la paura del sequestro di migliaia di dunums di terra che circondano l’area al fine di collegare la colonia di Ariel a quella di Barkan, uno dei più grandi insediamenti industriali costruiti su terre espropriate della Cisgiordania, perché significherebbe negare a Salfit la possibilità di espandersi a ovest, proprio come Ariel ha negato il diritto di espandersi a nord.

“Oggi i bulldozer dei coloni stanno ancora lavorando nell’area, posizionando case mobili al suo interno mentre le forze di occupazione impediscono ai palestinesi di accedere alle loro terre”, ha detto Zubeidi.

Recentemente, il comune di Salfit ha avviato progetti per piantare ulivi nell’area circostante, pavimentare strade agricole e organizzare attività e proteste con le istituzioni del governatorato, i quali però hanno avuto come conseguenze arresti e repressioni da parte delle forze di occupazione.

Traduzione per InfoPal di Silvia Scandolari