Sconvolgimento e orrore, ma non se le vittime sono palestinesi

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Memo. Di Yvonne Ridley. Mi domando quante persone abbiano sentito nominare Mohammed Siyam. Mentre i media occidentali sono intasati dalle notizie sulla tragedia dell’attacco alla sinagoga, a Gerusalemme, il piccolo Mohammed rantola, tra la vita e la morte, in una sala operatoria in Turchia.
Mentre due uomini impazziti, armati di coltelli, scatenavano un attacco brutale e indiscriminato nell’ignara congregazione ebraica, il quattordicenne era uno dei tanti minori palestinesi a ritrovarsi già con le membra a pezzi, in seguito a un attacco brutale e indiscriminato.
Che il quattordicenne sia sopravvissuto così a lungo è già un miracolo. Egli perse entrambe le gambe durante la guerra di Israele sui civili di Gaza, l’estate scorsa. Gli attacchi aerei israeliani fecero poi a pezzi 12 membri della sua famiglia per mezzo di bombe progettate deliberatamente per uccidere e menomare le persone. Il giovane coraggioso, un bambino innocente già sopravvissuto a tre guerre nella sua breve vita, alla fine non ce l’ha fatta, ed è stato dichiarato morto martedì scorso, nel corso dell’ennesima operazione, quest’ultima ai polmoni e al sistema respiratorio.
Nessun mezzo di informazione era presente alla sua sepoltura, nessun articolo per lui, mentre il suo corpo veniva inumato. La sua dipartita è passata inosservata, proprio come quella degli oltre 570 bambini palestinesi di Gaza, uccisi nel corso del blitz estivo israeliano.
A quanto pare i media occidentali non sono interessati se i morti vengono dalla Striscia di Gaza, dove solo quest’estate 2140 palestinesi hanno pagato con la vita la sventura di vivere nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. Mentre morte e distruzione imperversano in un luogo di culto a Gerusalemme, ben poca indignazione si nota in Occidente per quanto piovuto dal cielo su Gaza solo pochi mesi fa. I media occidentali hanno solo vagamente accennato alle 73 moschee distrutte dalle cariche israeliane in 51 giorni, e alle altre 205 parzialmente distrutte.
Tra gli altri dati della guerra di Israele regolarmente ignorati dai media ricordiamo poi gli 11 mila feriti, molti dei quali donne e bambini. Secondo le Nazioni Unite le bombe israeliane hanno distrutto o danneggiato migliaia di edifici civili, compresa l’unica centrale elettrica, e più di 220 scuole, molte delle quali gestite dall’organismo internazionale. Il numero di gran lunga inferiore di vittime israeliane, la maggior parte delle quali militari, ha ricevuto molta più esposizione mediatica.
Tra i peggiori esempi dell’«approccio dello struzzo» nei confronti delle vittime palestinesi troviamo la Bbc, che gode di un’ottima reputazione globale in quanto a principi giornalistici, ma non se si parla di Medio Oriente. I titoli online della Bbc gridano: «Attacco sanguinoso a sinagoga di Gerusalemme», e le novità vengono aggiornate a distanza di pochi minuti per mezzo di un blog dal vivo, analizzate dettagliatamente dagli onnipresenti portavoce israeliani. Anche Sky News si è lasciata prendere la mano, trasmettendo ben prima di altre televisioni e media online immagini di scialli da preghiera insanguinati, ambulanze, e tutto il caos relativo a un’atrocità del genere.
Sono anche state trasmesse interviste sul posto e un video sfocato girato da un passante. Direi un lavoro ben fatto da parte di un giornalista con più di 35 anni di esperienza. Ciò che mi fa disperare, in quanto a standard del giornalismo, però, è la mancanza di copertura mediatica su atrocità simili commesse da israeliani contro palestinesi; le notizie in questo caso passano a malapena.
Notiamo le seguenti osservazioni fatte dall’eccellente Ong Amici di Al-Aqsa, di cui faccio parte:
– La notizia della morte dell’autista di autobus palestinese Hassan Yousef Ar-Ramouni, presumibilmente linciato da coloni israeliani, è stata del tutto ignorata dalla Bbc fino all’attacco alla sinagoga, quando il fatto è stato menzionato solo in riferimento a una dichiarazione di Hamas sugli eventi alla sinagoga. L’Agenzia France Press e le principali fonti israeliane hanno riferito sulla morte di Hassan.
– L’11 novembre la Bbc ha diffuso la notizia dell’uccisione del 22enne Imad Jawabreh virgolettando «colpito a morte dall’esercito israeliano», come se le fonti riguardo chi avesse ucciso il giovane fossero state contraddittorie. Entro il quarto capoverso dell’articolo della Bbc comparivano riferimenti ad attacchi contro militari israeliani e civili nel tentativo di contestualizzare l’omicidio. Per contrasto, l’articolo sull’attacco alla sinagoga non contiene riferimenti a omicidi di palestinesi da parte israeliana, che avrebbe potuto aggiungere un contesto agli attacchi. Diversamente dalla storia relativa alla sinagoga, non si è utilizzato un blog dal vivo né si è fatto uso di immagini evocative; si è tenuta invece sullo sfondo un’immagine generica di una jeep israeliana.
– La Bbc ha riferito solo una volta la notizia dell’uccisione di Khayr Ad-Din Hamdan, colpito a morte dalla polizia israeliana alla schiena. L’incidente è stato ripreso dalle telecamere, ma la Bbc non usa approfondire nel caso di chiari esempi di brutalità poliziesca contro i palestinesi.
Nonostante sia passato molto tempo, ricordo ancora quando mi si insegnava che ogni vita è preziosa e che non c’è spazio per la discriminazione, quando si riferiscono atrocità. Ci veniva ripetuto, a noi giovani aspiranti giornalisti, non solo di dover essere imparziali, ma di essere giusti e leali. A quanto pare quegli standard non si applicano più alla Bbc se si parla di Palestina.
Se avete bisogno di prove, ditemi in tutta onestà se avevate sentito nominare Mohammed Siyam prima di leggere questo articolo, o se avevate avuto notizia di un ragazzino palestinese che aveva perso entrambe le gambe e 12 membri della sua famiglia nella guerra dell’estate scorsa e che ora ha perso anche la vita. Se ne avevate sentito parlare, non sarà stato tramite la Bbc o altri mezzi di comunicazione ufficiali.
Traduzione di Stefano Di Felice