Sepolto il Palestinese ucciso in una prigione di Israele

 Hebron-Maan. Il detenuto palestinese Raed al-Jabari, di 35 anni, che è presumibilmente morto dopo essere stato torturato durante la detenzione in una prigione israeliana, è stato sepolto venerdì a Hebron.

I palestinesi in lutto hanno marciato dalla moschea al-Hussein Bin Ali al centro di Hebron chiedendo che i leader israeliani siano ritenuti responsabili presso la Corte penale internazionale.

Al-Jabari era stato arrestato dalle forze israeliane il 26 luglio, a cui si era consegnato dopo aver investito diversi coloni israeliani con la sua auto a Gush Etzion.

Aveva detto alle forze israeliane che era stato un incidente, e un tribunale aveva deciso di rilasciarlo su cauzione.

Tuttavia, è morto in carcere a seguito di ciò che funzionari palestinesi hanno descritto come tortura.

Issa Qaraqe, ex ministro degli Affari dei prigionieri, ha dichiarato in una conferenza stampa che i risultati dell’autopsia hanno dimostrato che l’emorragia interna e una commozione cerebrale sono state la causa della morte.

La portavoce della prigione israeliana, Sivan Weizman, in precedenza aveva detto che il detenuto si era impiccato in un bagno nella prigione di Eshel. E che un’equipe medica aveva cercato di rianimarlo, ma che era stato dichiarato morto al suo arrivo all’ospedale Soroka. Tuttavia, Qaraqe ha spiegato che l’autopsia non ha trovato segni di lividi intorno al collo di al-Jabari e che la causa principale della morte è stata l’emorragia e la commozione cerebrale probabilmente causate da colpi alla testa. La vittima aveva anche ecchimosi sul viso e sulle labbra.

Il dottor Saber al-Alul ha partecipato all’autopsia, giovedì, presso l’Istituto di medicina legale israeliana, ma gli è stato impedito di rivelare i risultati.

Un’altra commissione ha poi condotto l’autopsia sul corpo presso l’Istituto di medicina legale palestinese di Abu Dis.

Traduzione di Edy Meroli