Il settore sanitario di Gaza in grave crisi

Gaza-PIC. L’Ospedale Mezzaluna Rossa ha dovuto fermare i propri servizi a causa dell’incremento della crisi energetica degli ospedali di Gaza e alla luce della scarsa attenzione del governo di unità nei confronti del deterioramento della sanità nella Striscia assediata.

Secondo i controlli effettuati dal Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR), gli ospedali, le cliniche ed i centri per il primo soccorso stanno soffrendo una vera e propria crisi data la scarsità di carburante necessario per il funzionamento dei generatori, soprattutto l’Ospedale della Mezzaluna Rossa di Rafah che potrebbe essere costretto a interrompere  il servizio nel giro di qualche ora, poiché ha esaurito il carburante utilizzato per i generatori.

Le strutture del ministero palestinese della Sanità nella Striscia di Gaza hanno subito una grave crisi dopo lo stop dell’impianto energetico che è stato bombardato dalle forze di occupazione israeliana il 28 luglio 2014. Vi è una grave carenza di carburante nei generatori degli ospedali, delle cliniche e dei centri di primo soccorso dopo le interruzioni di energia.

Il dott. Walid Abu Madhi, direttore dell’Ospedale della Mezzaluna Rossa di Rafah, ha dichiarato al PCHR che la crisi energetica è iniziata lunedì 20 ottobre 2014. L’ospedale aveva 300 litri di carburante, che erano appena sufficienti per far funzionare i generatori per 12 ore.

L’ospedale minaccia di chiudere se i 1000 litri di carburante, forniti dal ministero della Sanità, finiranno. Questi litri di carburante copriranno le necessità dell’ospedale per soli altri tre giorni, ha aggiunto.

Il dott. Madhi ha confermato che, quando il carburante finirà, l’ospedale, che è l’unico centro per le nascite e la cura dei bambini a Rafah, dovrà chiudere. I servizi erogati dalla struttura ai cittadini coprono: 600 nascite al mese, 2.500 gravidanze ogni mese, 1.600 pazienti e 400 nascite premature.

Il PCHR, dal canto suo, ha espresso profonda preoccupazione per il peggioramento delle condizioni sanitarie dei pazienti palestinesi, lanciando l’allarme sulla grave e disastrosa situazione provocata dalla mancanza di carburante che serve per far funzionare i generatori elettrici come fonte energetica alternativa, a seguito delle prolungate interruzioni di corrente.

Analogo allarme è stato lanciato dal dott. Ashraf al-Qidrah, portavoce del ministero della Sanità palestinese: la riserva di carburante del Ministero è sufficiente solo per un massimo di due giorni”.

Ha inoltre aggiunto che “gli sforzi esercitati dal Ministero hanno aiutato a posticipare questa crisi soltanto di alcune ore o di soli due giorni in alcuni ospedali”.

Al-Qidra ha spiegato che “gli aiuti economici erogati da un certo numero di donatori e pervenuti al Ministero risalgono all’inizio di ottobre 2014, ma non vi sono fondi sufficienti per l’acquisto di carburante per gli ospedali ed i servizi sanitari nella Striscia di Gaza”.

Secondo il dott. Al-Qidra, “il fabbisogno dei servizi sanitari nella Striscia di Gaza ammonta a circa 700mila litri al mese (una media di 23mila-25mila litri al giorno), a seguito delle frequenti interruzioni di corrente”.

Il dott. Al-Qidra ha affermato che “le vite di migliaia di pazienti sarebbero in pericolo se i servizi sanitari non offrissero più i propri servizi medici, ivi compresi 113 reparti pre neonati negli ospedali della Striscia di Gaza, oltre 100 pazienti nelle unità di cura intensiva, 500 pazienti che soffrono di insufficienza renale ed utilizzano 88 macchine per la dialisi 3 giorni alla settimana, sale parto, sale di emergenza, 45 sale operatorie, 11 delle quali vengono utilizzate per i parti cesarei, e 5 centri per la raccolta del sangue, poiché dipendono tutti dalla corrente elettrica”.

Al-Qidra ha sottolineato che le aziende di catering hanno dichiarato di avere l’intenzione di fermare l’offerta dei propri servizi per i pazienti dello Shifa Hospital a partire da novembre, come protesta per i cinque mesi di lavoro non ancora retribuiti.

Al-Qidra ha anche ricordato lo sciopero dei lavoratori delle pulizie negli ospedali di Gaza a causa del mancato pagamento degli stipendi da cinque mesi a questa parte.

A sua volta, il ministro della Sanità ha invitato le istituzioni per i diritti umani, sia locali che internazionali, e gli organi di stampa ad intervenire immediatamente per porre fine alla crisi sanitaria nella Striscia di Gaza.

Mercoledì i lavoratori della sanità di Gaza hanno scioperato per protestare contro il rifiuto del governo di unità di pagare i loro salari da cinque mesi.

Circa 40mila lavoratori pubblici di Gaza non sono stati pagati da più di cinque mesi, diversamente ad altri 80mila del governo di Ramallah che hanno ricevuto gli stipendi. Ai lavoratori senza salario era stato promesso che le loro paghe sarebbero state erogate non appena fosse stato formato il nuovo governo di unità Palestinese, all’inizio di giugno, ma ciò non è accaduto.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi