Sondaggio: la maggioranza dei cittadini palestinesi vuole che Abbas si dimetta

Betlemme-Ma’an. Un recente sondaggio condotto dal Palestinian Center for Policy and Survey Research (PSR) nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza assediata ha rivelato che una stragrande maggioranza ha perso la fiducia nel presidente palestinese Mahmoud Abbas, con i due terzi dei partecipanti al sondaggio che ne chiede le dimissioni.

“L’ANP è diventata adesso un peso per il popolo palestinese”. 

Il sondaggio, condotto dal 14 al 16 settembre e pubblicato la settimana scorsa, ha rivelato che la maggioranza della popolazione della Cisgiordania e di Gaza è preoccupata per il futuro delle libertà civili nei Territori, con un aumento dell’arresto di giornalisti e attivisti che criticano Abbas e l’Autorità Palestinese (ANP) per la nuova legge sui crimini informatici di Abbas, che è stata descritta dai gruppi per i diritti come “draconiana” e “la peggior legge nella storia dell’ANP”.

Secondo i risultati elaborati dal centro, “una grande maggioranza crede che i Palestinesi non possano criticare l’ANP senza timore. Infatti, la metà della gente crede che l’ANP sia ormai diventata un peso per il popolo palestinese. Queste paure potrebbero essere responsabili dell’incremento della domanda di dimissioni del presidente Abbas”.

I numeri del sondaggio attuale hanno stabilito  che il 67 per cento della popolazione vuole che Abbas si dimetta, mentre il 27 per cento vuole che rimanga in carica, comparato ai tre mesi precedenti, quando il 62 per cento ha dichiarato di volere che Abbas si dimettesse.

Il centro ha sottolineato che le richieste per le dimissioni di Abbas sono al 60 per cento nella Cisgiordania amministrata dall’ANP e all’80 per cento nella la Striscia di Gaza, controllata da Hamas. Tre mesi fa la domanda per le dimissioni di Abbas era pari al 55 per cento in Cisgiordania e al 75 per cento nella Striscia di Gaza.

Nelle conclusioni, il centro continua a dichiarare che se le elezioni presidenziali avessero luogo oggi, in Cisgiordania e a Gaza, il leader del movimento di Hamas Ismail Haniyah,  batterebbe Abbas, osservando tuttavia che il movimento Fatah rimane ancora più popolare del movimento Hamas in Cisgiordania.

Intanto, l’ottimismo per il successo della riconciliazione nazionale fra Fatah e Hamas è al 31 per cento, mentre il 61 per cento dei partecipanti al sondaggio ha espresso pessimismo riguardo la prospettiva. Tre mesi fa l’ottimismo era al 27 per cento e il pessimismo al 64 per cento.

“Mancanza di fiducia nella diplomazia” e poca speranza nella soluzione a due stati.

Riguardo il processo di pace israelo-palestinese, il 74 per cento dei Palestinesi crede che l’amministrazione statunitense sotto Donald Trump  “non sia sincera nei suoi sforzi” per raggiungere un accordo di pace, mentre l’83 per cento delle persone crede che se i negoziati riprenderanno sotto la sponsorizzazione statunitense, l’amministrazione Trump sarà di parte e favorevole a Israele.

Inoltre, il 57 per cento dei Palestinesi, secondo il sondaggio, pensa che la soluzione a due stati non sia più praticabile a causa dell’espansione crescente degli insediamenti israeliani, mentre un 40 per cento  pensa che sia ancora fattibile.

Allo stesso modo, il 70 per cento pensa che le possibilità per la creazione di uno Stato palestinese indipendente a fianco dello Stato di Israele nei prossimi cinque anni “siano da esili a inesistenti”, mentre il 28 per cento  pensa che le probabilità siano medie o alte; il centro sottolinea che questi risultati possono segnalare una “mancanza di fiducia nella diplomazia”.

L’occupazione israeliana rimane il primo problema per i Palestinesi.

Nonostante una crescente diffidenza nella diplomazia e paure di repressioni crescenti contro la libertà di espressione da parte della leadership palestinese, il sondaggio ha scoperto che i principali problemi che affrontano i Palestinesi oggi sono difficoltà che riguardano l’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, e il blocco decennale della Striscia di Gaza.

Il 40 per cento dei partecipanti al sondaggio ritiene che “gli obiettivi palestinesi più vitali” dovrebbero essere la fine dell’occupazione israeliana nei Territori Palestinesi Occupati nel 1967 e la costruzione di uno stato palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza con Gerusalemme Est come capitale.

Intanto, il 33 per cento ha dichiarato che il primo obiettivo dovrebbe essere quello di ottenere il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro città e villaggi all’interno di Israele da cui sono fuggiti nel 1948.

Secondo il centro, il problema più grave che affronta oggi la società palestinese è la povertà e la disoccupazione per il 26 per cento delle persone; il 25 per cento crede che sia la diffusione della corruzione nelle istituzioni pubbliche; il 23 per cento indica la prosecuzione dell’occupazione e delle attività di insediamento; il 20 per cento, l’assedio della Striscia di Gaza e la chiusura dei suoi valichi.

Traduzione di Edy Meroli