Storie da Piombo Fuso: Ziyad trova nell’arte la forza di andare avanti

Electronic Intifada. Sin dall'ingresso di casa, si capisce quant'è grande la tragedia. Il 6 gennaio 2009, un missile dell'artiglieria israeliana cadde nel campo davanti alla casa della famiglia Deeb, nel campo profughi di Jabaliya, a nord di Gaza. Un'immensa voragine nel terreno e due muri abbattuti è quanto resta. 

Ziyad, 22 anni, vive sulla sedia a rotelle. E' il solo sopravvissuto della famiglia Deeb. Nell'offensiva di Israele perse entrambe le gambe, ma anche 10 familiari, compresi padre, nonna, fratelli e nipoti.

Ma Ziyad celebra il lutto in maniera differente: laureatosi all'Accademia di Arte di Gaza proprio nel periodo in cui Israele sferrò quella guerra, cominciò presto a dipingere ovunque: sul legno, sui muri, per le strade di città, di fronte agli edifici distrutti e nelle piazze pubbliche.

“E' il miglior modo per potermi esprimere – dice Ziyad -, posso ancora vedere i miei familiari morire dissanguati. Quel giorno, non udii alcuna esplosione, ma solo un fortissimo fischio, e fumo denso ovunque che mi impediva di vedere qualunque cosa. Posso sentire ancora il fortissimo odore di sangue. Provai a muovermi, quando vidi le mie gambe strappate via dal resto del corpo. Poi il fumo si diradò e vidi tutti quanti intorno a me, morti. Pensai di essere morto anch'io”.

Ziyad racconta che è proprio la memoria di quel massacro a fare da ispirazione per la sua arte “…a farmi continuare a dipingere. Credo che sia qualcosa di cui nessuno potrà mai privarmi e la mia disabilità non rappresenta un ostacolo”.

“Per quanto possa sembrare strano, le cattive memorie fanno da stimolo per la mia arte. Se la mia voce non potrà essere ascoltata, allora i miei dipinti potranno essere ammirati. Dipingo per la pace, credo fortemente nel potere dei colori, dei pennelli e dell'arte stessa”.

Mohammed Deeb, 33 anni, è lo zio di Ziyad e quel giorno si trovava a pochi metri dall'abitazione bombardata da Israele. Oggi Ziyad vive con lui e l'uomo lo aiuta a muoversi e a condurre una vita relativamente ordinaria.

Mohammed prova molta ammirazione per il coraggio del nipote e dice: “E' sopravvissuto alla catastrofe, non saprei dire da dove prende questa forza, io credo che Dio gli abbia donato pazienza e creatività per superare queste difficoltà. La sua arte è unica a Gaza”.

Poi, tra le lacrime, aggiunge Mohammed: “E' un ragazzo speciale, di questo non ho dubbi”.

Nonostante la tragedia che lo ha investito, Ziyad trascorre il tempo libero con gli amici e suona l'oud (strumento a corde) e altri strumenti musicali.
“Gli israeliani gli hanno portato via i familiari strappando loro la vita, ma non sono riusciti a privarlo della sua”, dice lo zio.

Ziyad mostra eccitazione al pensiero dei suoi nuovi progetti artistici e delle mostre alla quali esporrà nuove tecniche di intaglio su legno riprese da dipinti in bianco e nero.

“Ho un sogno da inseguire, se non per me stesso, per la memoria della mia famiglia. Loro riposano in un posto migliore, ne sono certo. Perderli mi ha procurato ferite che non si rimargineranno, ma non permetterò alla tristezza di sopraffarmi. Alla fine è proprio questo lo spirito che guida l'arte suprema: mai farsi sconfiggere”.

(Foto di Eman Mohammed).

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