Striscia di Gaza, assedio alleggerito? Il Pchr contrasta le dichiarazioni israeliane

Gaza – Pchr. Il Palestinian Center for Human Rights ha pubblicato un rapporto sullo stato dei diritti umani della popolazione di Gaza, comprensivo del periodo che ha interessato gli ultimi 4 anni di assedio sulla Striscia di Gaza.

Pchr ha esposto fatti alla luce dell'impatto sulle vite umane, dalla vita privata alla sfera civile al settore economico nel mese di maggio 2011.

Sul movimento di merci e persone dai valichi di frontiera, si legge nel rapporto: “Le autorità di occupazione israeliane continuano a bloccare il flusso commerciale, comprese le importazioni, mentre vietano in modo assoluto le esportazioni di produzione industriale”.

Dalle statistiche emerge una riduzione sostanziale del numero di camion merci che hanno raggiunto la Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Abu Salem (Kerem Shalom) – chiuso per 10 giorni a maggio 2011.
“4.981 camion hanno attraversato la frontiera (160 al giorno), ma si tratta del 28,7% della media di camion merci che rifornivano la Striscia di Gaza prima dell'assedio (giugno 2007) quando al giorno ne attraversavano fino a 570”.

Un calo significativo del volume delle esportazioni da Gaza di prodotti agricoli.
Quelle dei fiori sono state limitate: oggi solo tre camion escono da Gaza e, nel contesto del presente documento, Pchr smaschera le promesse fatte in pubblico da Israele, secondo le quali esisteva una qualche intenzione di lasciarne passare 10 al giorno.

Su 60milioni di fiori prodotti a Gaza, ne sono usciti 10milioni. Nel primo trimestre di quest'anno, le fragole esportate sono state 400 tonnellate su 1.500 tonnellate prodotte all'anno.
Nel 2005 si esportavano da Gaza  fino a 70 camion al giorno.

Anche qui, il Pchr contrasta le affermazioni delle autorità d'occupazione, secondo le quali le procedure sono state modificate per alleviare l'assedio. Israele aveva dichiarato di aver raddoppiato il numero di camion delle importazioni. Ma la popolazione di Gaza non riceve l'indispensabile.

Le importazioni di materie prime restano vietate e la decisione di lasciare operativo il solo valico di Kerem Abu Salem non risponde alle necessità di base.

La media giornaliera per l'importazione del settore del gas è pari a 88 tonnellate (il 44% delle reali necessità quotidiane della popolazione, con 200 tonnellate al giorno nei periodi estivi).

Ne consegue una crisi di gas da cucina cronica – che dura ininterrottamente da 7 mesi ormai – con la chiusura di Nahal Oz, passaggio predisposto all'importazione del carburante e del gas da cucina. Kerem Abu Salem non ha la capacità per la ricezione di queste materie.

Nel periodo di riferimento del rapporto, le autorità d'occupazione israeliane hanno permesso il passaggio di 73mila litri di benzina e 340mila di gasolio destinato ai privati.
Prima dei limiti imposti da Israele, Gaza riceveva 350mila litri di gasolio e 120mila litri di benzina al giorno. Il lavoro dei tunnel della sopravvivenza vuole supplire a questa mancanza.

Anche nel settore automobilistico si registra un peggioramento derivante dall'assenza di flusso di auto a Gaza con un aumento dei prezzi. Vi è anche carenza dei pezzi di ricambio.

Continua il divieto sui materiali di costruzione. Solo esigue quantità vengono fatte entrare a favore di organizzazioni internazionali.
E' permessa l'introduzione di 26.579 tonnellate di materiale da costruzione (come tufo), 9.988 tonnellate di cemento e 835 tonnellate di ferro per i progetti implementati da queste organizzazioni.

Diritto alla salute. Non sono oltre 28 i pazienti di Gaza che ogni giorno riescono recarsi negli ospedali di al-Quds (Gerusalemme) e Cisgiordania per curarsi. A maggio scorso, il passaggio da Eretz, il valico di Beit Hanoun, è stato attraversato da 859 palestinesi, pari al 56% di quanti potevano uscire per questo scopo prima del 2006.

Continuano pure le restrizioni alle visite, sopralluoghi e all'ingresso a Gaza di professionisti, giornalisti, diplomatici e operatori umanitari di Organizzazioni non governative (Ong). A maggio sono entrati 81 giornalisti, 113 diplomatici e 643 operatori di Ong. Le procedure di sicurezza alle quali vengono sottoposti sono numerose e articolate.

Anche sul passaggio di commercianti si è registrato un forte calo. I 150 mercanti che potevano attraversare la frontiera sono scesi da 150 al giorno (prima del 2007) a 37.
A maggio il valico è stato chiuso al commercio per 12 giorni.

Nel rapporto inoltre si menziona poi il protrarsi del divieto di visita ai familiari dei 700 detenuti e prigionieri provenienti da Gaza. “Non esistono motivazioni e non vengono fornite informazioni sui detenuti. E' una grave violazione al diritto umanitario internazionale”.

Dall'apertura dell valico di Rafah, lo scorso 28 maggio, 8.262 palestinesi sono usciti da Gaza e 8.208 hanno fatto ritorno. 1.282 cittadini palestinesi sono stati respinti dalle autorità egiziane.

In conclusione Pchr pone in evidenza come “permettere il passaggio di persone, ma non del flusso commerciale, non contribuirà ad alleviare lo stato d'assedio, quindi nessuna garanzia per un miglioramento dello standard di vita dei palestinesi di Gaza”.

Per questo l'Egitto è stato invitato, insieme alle autorità d'occupazione israeliane e alla comunità internazionale, a rivedere queste misure parziali, decisamente inefficienti di fronte al disastro umanitario della Striscia di Gaza.

 

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