Striscia di Gaza, continua il contenzioso tra Fatah e Hamas sui dipendenti pubblici

Gaza. Lunedì, il portavoce di Hamas ha dichiarato che i ministri del governo di unità nazionale, arrivati nella Striscia di Gaza domenica per incontrare i dipendenti pubblici, lo hanno informato che se ne sarebbero andati su istruzioni del primo ministro Rami Hamdallah a causa del fallimento della missione della delegazione nel risolvere la crisi in corso con il settore pubblico.

In una conferenza stampa, Sami Abu Zuhri ha dichiarato che il gabinetto non ha l’autorità per raggiungere alcun accordo.

Ha aggiunto che la visita della delegazione del governo aveva come obiettivo soltanto la questione della crisi con i dipendenti pubblici e non le sofferenze di tutti i gazawi, e ha invitato i ministri ad assumersi la responsabilità anche del resto dei problemi che affliggono la Striscia sotto assedio.

Dall’Indonesia dove si trova in visita, Hamdallah ha dichiarato a Ma’an che i Palestinesi non devono perdere la speranza nella riconciliazione, e che lui è convinto della possibilità e dell’urgenza di una soluzione con Hamas.

Ma’an riferisce che la delegazione del governo di unità, giunta a Gaza per incontrare i dipendenti pubblici, non ha potuto recarsi alla riunione in quanto le autorità locali le avrebbero impedito di uscire dall’hotel in cui si trovava, il Mashtal.

Salah Zeidan, membro dell’Ufficio politico del Fronte democratico per la Liberazione della Palestina, ha dichiarato che le fazioni hanno mediato per permettere ai dirigenti del governo di lasciare l’hotel e svolgere il proprio lavoro.

La questione dei salari dei dipendenti pubblici è la principale disputa tra le fazioni di Fatah e Hamas.

Dal 2014, quando le due fazioni rivali hanno deciso di porre fine a anni di lotte intestine e di formare un governo di unità, Hamas ha chiesto a quest’ultimo di pagare gli stipendi di 50 mila dipendenti pubblici che avevano sostituito i 70 mila della precedente gestione della Striscia da parte di Fatah.

La disputa è dunque sorta sul fatto che il governo di unità ha stabilito il reintegro dei 70 mila licenziati – che ancora percepiscono lo stipendio -, e che i 50 mila assunti da Hamas negli anni passati debbano essere utilizzati solo in “caso di necessità”.

Dunque, attualmente ci sono migliaia di impiegati di Fatah che non lavorano ma che percepiscono gli stipendi, e migliaia di dipendenti di Hamas che lavorano ma non percepiscono gli stipendi da mesi.

Fonte: Ma’an