Striscia di Gaza, dopo ‘Piombo Fuso’: l’orrore quotidiano dei ‘sopravvissuti’.

 

Pubblichiamo qui di seguito un servizio di Palestine.info sui “sopravvissuti” all'operazione israeliana “Piombo Fuso” svoltasi a Gaza tra dicembre e gennaio, e condannata dal Rapporto Goldstone in quanto “crimine di guerra”.

Gaza – Pic. Trentatré membri della famiglia di Amani as-Sammouni, di 24 anni, sono caduti martiri in una sola settimana durante l’aggressione sionista a Gaza.

Ma appena un mese fa, alla fine del mese di Ramadan, suo padre è morto di crepacuore. Qualche giorno dopo, la stessa disperazione ha ucciso uno zio, che aveva perduto la moglie, la terra e la casa.

Adesso, hanno raggiunto il loro Signore. Ma coloro che sono rimasti non possono dimenticarli. Essi soffrono per la loro scomparsa avvenuta in questo modo davvero assurdo. E soffrono anche per la perdita dei loro beni.

Del passato, non restano che ricordi, ma anche quelli vengono rasi al suolo dagli occupanti israeliani, che devastano con i loro mezzi le terre dei palestinesi.

Sebbene il governo di Gaza sia venuto in loro aiuto, ciò non basta neppure a ricostruire una camera. E come affrontare il freddo dell’inverno che avanza?

“Non ho più voglia di vivere!”

Suo padre, Salih al-Maymouni, di 52 anni, voleva utilizzare gli aiuti per restaurare i vecchi pozzi necessari per riprendere il lavoro nei campi. Ma la morte è giunta all’improvviso. Così un padre lascia dietro di sé una moglie con tre bambini, che dovranno continuare una vita ancor più difficile.

Ma anche con tutte queste disgrazie, questa famiglia non è la più sfortunata. Vi sono infatti famiglie intere che hanno perso la voglia di vivere dopo aver vissuto scene atroci durante l’aggressione israeliana dell’inizio del 2009. Alcuni di questi casi disperati sono menzionati nel Rapporto Goldstone.

Tuttavia il Rapporto non può contenere tutto, come il caso del giovane Nahid al-Ar, di 26 anni. Esso è un testimone vivente del massacro perpetrato dai tiratori israeliani, che hanno sparato i loro missili su un carretto tirato da un asino che trasportava una famiglia in fuga dalla guerra. Egli ha così perduto il padre, il fratello, le sorelle, la moglie e il figlio di quattro anni. Peggio che mai, gli israeliani hanno impedito alle ambulanze di soccorrerli, quindi sono rimasti lì per giorni. Più tardi verranno trovati i resti di un bambino divorati dai cani…

La madre di Nahid ha perso la voce dopo tutte queste scene. Si pensa ormai che i morti abbiano avuto almeno un po’ più di fortuna lasciando un mondo in cui è impossibile vivere dopo che si sono persi i propri cari, i propri beni e nel quale si sopravvive solo grazie a degli aiuti.

Ma il mondo ora s’è risvegliato per vedere tutti questi morti, questi feriti, questi handicappati, tutti questi crimini commessi durante l’aggressione israeliana a Gaza. Crimini che i media di tutto il mondo hanno trasmesso.

Adesso si elevano appelli affinché i criminali di guerra vengano perseguiti e giudicati davanti a dei tribunali internazionali. Ma questi appelli verranno ascoltati? Oppure gli occupanti israeliani resteranno al di fuori della legge continuando ad approfittare di un’ingiusta ed incredibile immunità?

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