Striscia di Gaza, il tiro al bersaglio israeliano contro la Grande Marcia del Ritorno: 60 palestinesi uccisi e quasi 3000 feriti

Gaza-WAFA, Quds Press, PIC, Al-Jazeera, MEMO, PressTV. Continua a salire il bilancio delle vittime della repressione israeliana contro i partecipanti alla Grande Marcia del Ritorno, svoltasi lunedì 14 maggio nella Striscia di Gaza: i morti sono 60, quasi 3000 (2771) i feriti, secondo i dati aggiornati rilasciati dal ministero della Sanità.

Sette palestinesi uccisi erano sotto i 18 anni, inclusa una ragazza. Almeno 203 dei feriti erano bambini e 79 donne. 76 casi si trovano in lotta tra la vita e la morte e altri 54 in condizioni critiche.

Bimba muore soffocata dai gas lacrimogeni a est della Striscia di Gaza.
Laila Anwar al-Ghandour, di otto mesi, è morta per inalazione di gas lacrimogeno all’alba di martedì, secondo il ministero della Sanità di Gaza.

Uso di munizioni letale da parte delle forze israeliane.

Secondo i rapporti, dei 2.771, 1.359 palestinesi sono stati colpiti con munizioni letali; 746 casi sono rimasti intossicati da inalazione di gas lacrimogeni; 98 feriti da schegge di proiettile; 5 da proiettili di metallo rivestiti di gomma.

Tra i morti ci sono anche 2 medici e 4 poliziotti, mentre 4 medici e 12 giornalisti sono rimasti feriti.

Manifestazioni di massa.

Decine di migliaia di palestinesi si sono radunati al confine di Gaza fin dal mattino di lunedì per protestare contro l’apertura dell’ambasciata americana a Gerusalemme e per celebrare il 70° anniversario della Nakba palestinese.

Carneficina.

Da quando sono iniziate le proteste, il 30 marzo, le forze israeliane hanno ucciso almeno 113 palestinesi nell’enclave costiera e ferito circa 12.271 persone, di cui 6.760 sono state ricoverate in ospedale, comprese 3,598 (53 per cento) colpite da munizioni letali.

Il ministero della Sanità ha chiesto azioni urgenti per rifornire gli ospedali di Gaza male equipaggiati con medicinali salvavita e per l’invio di medici.