Gaza – Infopal. Diverse istituzioni internazionali e locali nella Striscia di Gaza hanno lanciato l'allarme su una grave minaccia che incombe sulla popolazione palestinese: la sete.
Ciò è dovuto alla contaminazione dell'acqua potabile con scarichi fognari provocata dalla mancanza di pompe per la clorazione e dei pezzi di ricambio necessari agli impianti di purificazione e disinfezione. Le forze di occupazione, infatti, ne impediscono l'ingresso nella Striscia.
Questa situazione, ammoniscono le organizzazioni presenti a Gaza, porterà a una catastrofe sanitaria e svilupperà focolai di malattie ed epidemie.
Farid Ashur, direttore degli impianti per la potabilizzazione delle acque nella Striscia di Gaza, ha così riferito ai nostri corrispondenti: “La popolazione ha bisogno di ingenti quantità di acqua potabile che dipendono principalmente dal serbatoio sotterraneo”. L'acqua di mare e gli scarichi fognari portano alla contaminazione della falda acquifera.
Durante un sopralluogo intorno all'area Mawasi, a est di Khan Younis, i nostri corrispondenti hanno constatato la situazione di contaminazione delle acque potabili: molti dei bacini idrici sono infatti pieni di acque di scarico. Ciò ha portato alla riduzione della superficie agricola nelle zone adiacenti. Molti agricoltori hanno chiesto alle agenzie governative di trovare una rapida soluzione a tale grave problema.
Atef Abu Sanad, uno degli contadini intervistati, si è lamentato del fatto che interi raccolti sono andati distrutti a causa della contaminazione del suolo, saturo di acque nere.
L'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite ha riferito che il 60 per cento della popolazione non ha accesso all'acqua in modo regolare, e che queste sono le ripercussioni dell'assedio.