Sulle scuole di Gaza si abbatte il divieto israeliano sulla carta.

 

Sulle scuole di Gaza si abbatte il divieto israeliano sulla carta

IRIN,  27 Agosto 2007

GAZA — Il divieto israeliano alle consegne di carta a Gaza non minaccia solo di determinare la mancanza di libri di testo nella Striscia ma sta anche richiamando l’attenzione si ciò che si deve considerare un legittimo aiuto umanitario.

Gershon Barkin, il direttore israeliano del Centro Israelo-Palestinese per la Ricerca e l’informazione, che sta conducendo una campagna per la consegna della carta, ha detto che non permettere l’accesso della carta significa "negare ai bambini il loro diritto all’istruzione".  

Tradotto dall’inglese da Gianluca Bifolchi, un membro di  Tlaxcala  (www.tlaxcala.es), la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in Copyleft per ogni uso non-commerciale : è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l’integrità e di menzionarne l’autore e la fonte.

 "Circa 200.000 bambini torneranno nelle loro classi il 1 Sttembre, e non avranno i libri di cui hanno bisogno" ha detto a IRIN il direttore per Gaza dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.

La penuria dipende dal rifiuto di Israele opposto finora all’accesso di cinque camion carichi di carta necessaria alla stampa dei libri di testo nel territorio impoverito. Dalla conquista da parte di Hamas di Gaza a Giugno, Israele ha dato un giro di vite alle frontiere, arrivando quasi al blocco completo delle importazione ed esportazioni, con l’eccezione di alcune elementari elementari forniture umanitarie.

Quest’ultimo sviluppo è un indicatore della differenza di opinione tra molte organizzazioni di aiuto e Israele su ciò che va considerato "aiuto umanitario". 

"Stiamo cercando di far arrivare materie prime a Gaza", ma senza successo, ha detto Sebastien Kuster di CARE France, aggiungendo che i materiali, che comprendono tubi, asfalto e cemento per progetti di acqua potabile e reti fognanti erano aiuti umanitari. "Sono cose necessarie a completare il lavoro che garantisca l’accesso continuo all’acqua per la gente di Gaza". 

Israele, dal canto suo, sostiene che questi materiali bloccherebbero il traffico sulle scarse tratte utilizzate per le forniture di base. 

"Ora la priorità è riuscire a ottenere che il cibo entri" , dichiara un funzionario della sicurezza israeliano, osservando che Israele non si coordina con Hamas che sta sull’altro lato della frontiera. Senza soluzione all’impasse le frontiere rimangono chiuse.

Anche Ging, dell’UNRWA, sta sentendo la stretta: "Non riusciamo a ottenere il passaggio di forniture vitali come i materiali di costruzione per case e scuole. C’è già sovraffollamento" ha detto, sottolineando che c’è in programma la costruzione di centri clinici.

Molti dei progetti dell’UNRWA per l’acqua potabile e le reti fognanti sono stati sospesi. "Queste sono questioni di salute pubblica", ha detto Ging, aggiungendo che non si può mantenere nel tempo un popolo solo con gli aiuti più basilari.

Anche se la carta arrivasse immediatamente l’anno scolastico avrebbe inizio senza i libri di testo. Secondo l’Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari, per stampare i 350.000 libri richiesti dall’UNRWA, le stamperie avrebbero bisogno di almeno 20 o 25 giorni, "presumendo che nel frattempo l’elettricità funzioni normalmente".

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