Tra terrorismo sionista e del Daesh non vi sono differenze se non nella propaganda dei media

Di Angela Lano-InfoPal. Guardate queste immagini… Sono giovani soldati di Tsahal, l’esercito israeliano. Non pochi arrivano da vari Paesi del mondo a “prestare servizio” nell’esercito sionista contro gli autoctoni palestinesi. Cioè, allogeni lasciano le proprie attività e relazioni umane in altre nazioni per andare a perseguitare, incarcerare, ferire, mutilare, violare, umiliare, ammazzare il popolo autoctono di Palestina.

Come altri militanti (di al-Qa’ida, del Daesh o di altre sigle del cosiddetto terrorismo islamico), anche i terroristi sionisti confluiscono per la loro “guerra santa” (che come le altre di santo ha niente) da vari stati verso l’entità di occupazione israeliana.

 

I combattenti sionisti, super-armati e con le loro divise, si sentono dei veri maschi potenti (anche le donne), detentori del potere di vita e di morte sugli oppressi e colonizzati. Nel loro cervello avviene un transfert tra la loro sessualità tossica e le armi, che usano con forza spropositata contro civili inermi.

 

Non trovo alcuna differenza, se non nell’assenza di barbe chilometriche e facce lombrosiane, tra questi soldatini tutti ordinati e gli sguaiati del Daesh. Solo un’immagine ripulita per la stessa missione di terrore e morte. Tuttavia, i “prodi” di Tsahal sono incensati e lodati in tutti i media della vasta presstitute internazionale, italiana compresa, mentre gli altri sono presentati per ciò che sono, cioè dei trogloditi malati di mente. Ma anche questi lo sono, tant’è che molti, dopo il “servizio militare” si drogano, si suicidano, entrano in depressione, conducono una vita alienata.