Un consigliere di Abbas: “Non lavoreremo come dipendenti di Israele”

unnamedBetlemme-Ma’an. Un consigliere del presidente Mahmoud Abbas ha dichiarato mercoledì che mentre gli accordi con Israele non sono stati cancellati, l’Autorità Palestinese “non aderisce” ai precedenti accordi, dicendo che “non lavoreremo come dipendenti di Israele “.

Nel discorso all’Assemblea generale dell’ONU, mercoledì, Abbas ha dichiarato che l’adesione dell’Autorità Palestinese con i precedenti accordi di pace dipenderà da circostanze che non sono ancora state chiarite dalla leadership palestinese.

Nel discorso del presidente non sono stati apportati cambiamenti chiari per la cooperazione della sicurezza tra l’Autorità Palestinese e Israele nei Territori palestinesi occupati.

Consigliere e giudice  supremo per i tribunali religiosi, Mahmoud al-Habbash, ha affermato che nel suo discorso, Abbas ha iniziato una nuova “fase nei  rapporti con Israele”, aggiungendo che gli esatti parametri di una tale azione restano poco chiari.

“Abbas ha detto al mondo che da ora l’impegno per gli accordi (dell’Anp) sarebbe vincolato dall’impegno di Israele agli stessi accordi”, ha spiegato al-Habbash a Ma’an.

Ha sottolineato che Israele ha “in realtà posto fine alla Anp”.

L’Anp è organizzata come un governo ad interim per gli accordi di Oslo – avrebbe dovuto avere il pieno controllo della zona A nella Cisgiordania occupata, e assumere il pieno controllo della Cisgiordania per la fine del 1999. Tuttavia, quasi due decenni più tardi, le forze israeliane entrano regolarmente in queste aree e lavorano in coordinamento con la Anp per attività di sicurezza nel resto del territorio.

Al-Habbash ha detto che le aree create da Oslo “non esistono più”, e che il fallimento di Israele per lavorare in conformità agli accordi, in realtà ha fatto dei membri di Anp dei “lavoratori di Israele”.

Alla domanda di spiegare le iniziative future dell’Anp per chiarire l’annuncio di Abbas, secondo cui farebbe un passo indietro nel suo impegno per gli accordi di pace del passato, al-Habbash ha risposto: “Iniziative future non sono ancora state rese pubbliche. Ogni passo sarà determinato in base alle circostanze”.

Al-Habbash ha detto che i rilievi di Abbas all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “non sarebbero stati immediatamente attuati”, e il leader sarebbe probabilmente tornato nella Cisgiordania occupata con il coordinamento con le autorità israeliane.

Ha aggiunto che Abu Mazen (Abbas) aveva coordinato le sue osservazioni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con i Paesi arabi, prima di pronunciare il suo discorso.

“Nient’altro che parole”

Dopo il discorso del presidente Abbas alle Nazioni Unite, il leader di Hamas, Ghazi Hamad, ha detto: “Non importa quanto potente, eloquente e profondo fosse il discorso di  Abbas, rimangono soltanto parole”.

Sulla sua pagina personale di Facebook, Hamad ha detto che la comunità internazionale non è stata colpita dal discorso del presidente, e che Israele non smetterà di costruire gli insediamenti nei territori palestinesi occupati, nonostante la dichiarata ‘bomba’ del presidente caduta sull’assemblea”.

Prima del discorso, Hamas ha esortato Abbas a sfruttare l’occasione per annullare ufficialmente tutti gli accordi precedenti firmati con Israele.

Il movimento, così come altre fazioni palestinesi, hanno rivolto inviti simili in passato.

Sheikh Nafeth Azzam, capo del Jihad Islamico, ha dichiarato mercoledì che, mentre il discorso di Abbas “ha aspetti positivi, non ha soddisfatto le aspettative e le aspirazioni dei Palestinesi”.

Il discorso è giunto mentre la frustrazione continua a crescere tra i Palestinesi per quanto riguarda l’Anp e i presunti sforzi per porre fine all’occupazione israeliana.

Gli organizzatori di un recente sondaggio del Palestinian Center for Policy and Survey Research hanno affermato il mese scorso che per la prima volta nei loro sondaggi la maggioranza ha chiesto lo scioglimento dell’Anp.

Due decenni dopo gli accordi di Oslo, il popolo palestinese vede che il processo politico è “fallito”, con uno status lungi dall’essere raggiunto, ha detto il ricercatore politico palestinese George Giacaman.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – che in passato ha pubblicamente denunciato la possibilità di uno Stato palestinese indipendente – ha definito il discorso di  Abbas all’ONU “ingannevole” e “falso”.

Traduzione di Edy Meroli