Un decreto militare israeliano vieta per sei mesi a Sheykh ‘Ikrima Sabri l’ingresso nella moschea al-Aqsa.

Gerusalemme – Infopal. Il capo del cosiddetto “fronte interno” dell'Esercito israeliano ha emesso un decreto, in base alla “legge d'emergenza” (che risale all’epoca del Mandato inglese), per vietare a Sheykh ‘Ikrima Sabri, Presidente del Consiglio Supremo Islamico e imam e predicatore della moschea al-Aqsa, di entrare nella moschea per i prossimi sei mesi.

Sheykh Sabri ha ricevuto la notifica, accompagnata da un mandato di comparizione, subito dopo il suo ritorno da Mecca, ieri sera, ma ha chiesto tramite il suo avvocato Khaled Zabarqa di rinviare ad altro giorno la data della comparizione davanti agli uffici della sicurezza israeliana. Tuttavia, le autorità di occupazione hanno rifiutato la sua richiesta e l'hanno addirittura minacciato: se non si presenterà verrà arrestato, e costretto a presentarsi nella stanza numero 4 delle forze d'intelligence presso il Centro di “al-Maskubiyyah”, nella parte occidentale di Gerusalemme.

È degno di nota che Sheykh Sabri è predicatore della moschea al-Aqsa dal 1973. In precedenza, le autorità di occupazione israeliane hanno emesso diverse ordinanze per vietare a personalità di Gerusalemme e ad altri ‘arabi del 1948’ di avvicinarsi alla moschea al-Aqsa, in specie dopo l'ultimo sit-in a difesa della moschea.

La decisione nei confronti di Shaykh Sabri ha suscitato la condanna degli ulema, di molte personalità e delle associazioni di Gerusalemme e di tutta la Palestina, “poiché il valore della moschea al-Aqsa va oltre ogni decisione che militari o tribunali israeliani possono prendere”.

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