Un viaggio giornaliero – e impervio – a est di Gaza

-317170104Gaza-PIC. Jihad, pastore palestinese, e le sue pecore vivrebbero una vita tranquilla se non fosse per un veicolo israeliano di pattuglia che spara non appena le pecore si avvicinano alla zona cuscinetto stabilita da Israele, 150 metri a ovest della recinzione di confine.

In questi giorni il tempo a Gaza è molto bello. Con l’arrivo della primavera l’erba sembra più luminosa e il caldo inizia a farsi sentire mentre le giornate si allungano.

Ogni giorno, i soldati israeliani stazionati al confine est di Gaza sparano alle pecore usando proiettili veri e gas lacrimogeni. Oltre ad avvelenare i prodotti agricoli, lo sradicamento continuo attuato da Israele toglie alle pecore un posto dove pascolare liberamente.

Viaggio giornaliero

La torre di controllo israeliana a est di Gaza controlla Jihad, 21 anni, e le sue pecore che pascolano sui lembi di terra ancora praticabili.

Otto anni fa, Jihad ha imparato a badare alle pecore grazie a suo padre. In questi giorni si reca a ovest della recinzione di confine in cerca di terreno dove pascolare, dopo la crescita ritardata dell’erba per la mancanza di pioggia e alle tensioni che hanno interessato la zona di confine.

Jihad ha detto a un reporter del PIC: “Porto il gregge al pascolo tutti i giorni, dalla mattina alla sera. La stagione inizia a dicembre e finisce all’inizio di maggio. Questo non è il periodo migliore, perché le piogge quest’anno sono arrivate tardi e hanno fatto sì che l’erba crescesse solo a febbraio. Ma continuiamo a portare il gregge al pascolo fino alla stagione della raccolta del frumento, a maggio”.

Jihad si lamenta dell’attività di sradicamento continua operata da Israele, che cosparge i raccolti di prodotti chimici, uccidendo l’erba. Gli effetti sono visibili a decine di metri di distanza.

Dice inoltre che “tutto influisce negativamente sui prezzi: l’importazione del bestiame, la mancanza di pioggia e la condizione economica che peggiora. Ora ci stiamo preparando al mese sacro del Ramadan e poi alla stagione dell’Eidul Adha (festa del sacrificio). La situazione potrebbe migliorare”. 

Tè e sigarette

Jihad guarda il veicolo militare israeliano muoversi velocemente verso la recinzione dopo aver notato attività “sospette” che potrebbero causare una sparatoria, come pochi minuti fa.

Dice: “Questo è un posto bellissimo, c’è il verde e c’è molta calma, ma l’occupazione israeliana non ci fa vivere in pace. Quando le mie pecore si avvicinano alla zona cuscinetto, a 150 metri dalla recinzione, vengono viste dalle telecamere e l’esercito inizia a sparare proiettili veri e gas lacrimogeni. Negli ultimi due anni le mie pecore hanno partorito agnelli deformati, senza un occhio o addirittura senza entrambi gli occhi, perché avevano inalato del gas. Durante la guerra di Gaza del 2014 ho perso nove pecore”.

Dopo aver acceso un piccolo fuoco, Jihad inizia a cucinare pomodori e melanzane, il suo piatto preferito quando porta il gregge al pascolo.

Aggiunge “Per passare il tempo fumo sigarette e bevo the. I miei amici mi vengono a trovare, ci sediamo e parliamo. Ma la bellezza della natura è minacciata dai proiettili e dai gas lacrimogeni sparati dall’esercito israeliano”.

Traduzione di Giovanna Niro