Una relazione segreta della UE critica la politica israeliana a Gerusalemme Est: ‘L’assenza dell’Anp rafforza il controllo di Hamas sulla città’.

Gerusalemme – Infopal. I membri del corpo diplomatico dei Paesi dell'Unione europea a Gerusalemme Est e a Ramallah hanno fortemente criticato la politica di Israele praticata a Gerusalemme Est, e hanno raccomandato di impegnarsi a rafforzare la posizione dell'Anp nella città.

Il quotidiano israeliano “Ha’aretz”, il 2 dicembre, ha riferito che un rapporto “segreto” preparato dai consoli dell'Unione Europea a Gerusalemme e a Ramallah rivolge dure critiche alla politica israeliana a Gerusalemme Est, invitando la Ue a lavorare per rafforzare la posizione dell'Anp in città, ma anche ad elevare azioni di protesta contro Israele imponendo sanzioni contro coloro che incoraggiano attività di colonizzazione in città e nei suoi dintorni.

Secondo il quotidiano, si tratta di un documento molto sensibile perché riguarda lo status di Gerusalemme, pertanto è rimasto segreto e non è stato diffuso quale posizione ufficiale dell'Unione Europea.

“Ha’aretz” ha poi aggiunto che il rapporto, completato il 23 novembre scorso, è stato presentato a porte chiuse nelle istituzioni dell'Unione Europea a Bruxelles.

Il rapporto afferma che “il governo israeliano e la municipalità di Gerusalemme stanno lavorando in base ad una ‘strategia’ mirata a modificare l'equilibrio demografico della città, e a isolare Gerusalemme est dalla Cisgiordania”, confermando che il governo israeliano e la municipalità di Gerusalemme stanno aiutando le organizzazioni di destra, tra cui “Ateret Cohanim” e “Elad”, a raggiungere tali obiettivi e controllare la città, in particolare la zona della moschea al-Aqsa.

Il rapporto riferisce che esistono associazioni private che si adoperano per acquistare case nei quartieri arabi, cercando di stabilirvi insediamenti ebraici. Inoltre in esso si critica duramente la municipalità di Gerusalemme, citando esplicitamente le sue pratiche discriminatorie contro i palestinesi riguardo ai permessi edilizi, ai servizi sanitari e educativi.

Il rapporto rileva che “dal 1967, Silwan ha ottenuto solo 20 licenze di costruzione, mentre a Gerusalemme i palestinesi ne hanno ricevute soltanto 200 in un anno, a fronte delle 1.500 di cui avevano bisogno”.

Inoltre vi si sottolinea che la popolazione palestinese a Gerusalemme rappresenta il 35% degli abitanti, ma ad essa spetta solo il 5-10% del bilancio destinato a Gerusalemme.

Per quanto riguarda gli scavi sotto la città, soprattutto nella zona della moschea al-Aqsa, la relazione sottolinea che “gli scavi a Silwan, nel centro storico di Gerusalemme e nella zona della moschea al-Aqsa, sono collegati alla ‘storia ebraica’, l'archeologia sta diventando uno strumento ideologico in un conflitto percepito come nazional-religioso. Il conflitto viene gestito in modo da modificare l'identità e il carattere della città, minandone la stabilità”.

La relazione evidenzia che i palestinesi a Gerusalemme Est vivono gravi problemi di sicurezza, poiché l'espansione degli insediamenti di ‘coloni’ israeliani alimenta la violenza contro gli abitanti originari di Gerusalemme. Essa indica inoltre che la polizia israeliana non interviene come dovrebbe, anche quando violenze contro i palestinesi di Gerusalemme si verificano in sua presenza.

La relazione affronta anche la  progressiva chiusura delle istituzioni dell'Olp e dell’Autorità nazionale palestinese a Gerusalemme, mettendo in guardia su ciò che definisce “il controllo del Movimento di resistenza islamica, Hamas, sulla città”. Secondo la relazione, l'assenza delle istituzioni ufficiali palestinesi e la sensazione di abbandono da parte dei gerosolimitani spianano la strada ai movimenti islamici, rafforzandone perciò la presenza anche a Gerusalemme.

I consoli europei, nella loro relazione, raccomandano di adottare misure per rafforzare la presenza dell'Anp a Gerusalemme: esercitando pressioni su Israele affinché fermi le violazioni contro i suoi abitanti, riaprendovi le istituzioni ufficiali dell'Olp (la “Orient House”, ad esempio) e inviando diplomatici europei presso i tribunali israeliani a Gerusalemme sollecitandoli ad assumere un ruolo nelle delibere di evacuazione di abitanti di Gerusalemme dalle loro case.

Il quotidiano “Ha’aretz” riferisce inoltre che la relazione contiene inviti ad un gesto simbolico volto a sottolineare che Gerusalemme Est è la capitale di un futuro Stato palestinese; per questo essa comprende la raccomandazione ai consoli di ospitare alti funzionari dell'Autorità Nazionale Palestinese, organizzando incontri con ministri europei nei consolati europei a Gerusalemme Est, rifiutando la scorta della polizia israeliana durante le loro visite nella zona ed astenendosi da incontri con funzionari israeliani nei loro uffici a Gerusalemme Est.

La relazione propone infine l'imposizione di sanzioni economiche contro i ‘coloni’ di Gerusalemme e chiede a tal fine la collaborazione dei consoli nel reperimento di informazioni sui coloni violenti  per poi studiare la possibilità d’impedire loro l’ingresso nei Paesi dell'Unione Europea. Dunque, una vera indagine al riguardo, anche per vietare il trasferimento di fondi da parte di istituzioni europee ad associazioni che sostengono gli insediamenti a Gerusalemme e per fornire indicazioni ai vari uffici del turismo in Europa affinché sia impedito il sostegno ad interessi di ‘coloni’ a Gerusalemme.

Dal canto suo, Israele ha espresso un certo timore per questa relazione, perché essa va a toccare la sua posizione all'interno dell'Unione Europea e della ‘comunità internazionale’. Esponenti di alto rango del ministero degli Affari Esteri israeliano hanno affermato che la pubblicazione di questa relazione nei palazzi dell'Unione Europea sta rafforzando la posizione della Svizzera che intende presentare un’iniziativa per la dichiarare di Gerusalemme Est come “capitale della Palestina”.

 

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