Una stupefacente storia di coraggio a Yarmouk

unnamedDi Ilaria Masinara-Unrwa. Lo scorso 13 gennaio è stato fatto un altro tentativo per fare entrare un convoglio umanitario nel campo rifugiati di Yarmouk, a Damasco, dove 18.000 persone, incluse donne e bambini, sono intrappolate. Il convoglio era organizzato e guidato dall’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, che assiste oltre mezzo milione di rifugiati palestinesi in Siria, occupandosi anche dei circa 70.000 che sono scappati dalla guerra cercando un posto sicuro in Libano e in altri paesi. Tra le notizie dei livelli di malnutrizione sempre più gravi, delle madri che muoiono durante il parto per mancanza di assistenza medica, dei bambini costretti a mangiare il cibo per animali per non morire di fame, dobbiamo ora aggiungere la storia di quello che è successo al convoglio dell’UNRWA, raccontata dal portavoce dell’Agenzia, Chris Gunness.   

Il convoglio che stava cercando di entrare a Yarmouk era un convoglio dell’UNRWA, guidato dal nostro staff, che trasportava aiuti umanitari caricati nel magazzino centrale di Damasco e composto da sei piccoli automezzi con cibo per 6.000 persone e 10.000 dosi di vaccini antipolio insieme ad altri rifornimenti medici. Le autorità siriane ci hanno accordato una scorta per raggiungere l’ultimo avamposto controllato dalle forze governative prima di entrare nell’area sud di Yarmouk. Al check-point, il convoglio è stato autorizzato a procedere e le autorità siriane l’hanno fatto scortare da un bulldozer per rimuovere dalla strada le macerie, gli ammassi di terra e gli altri ostacoli. All’improvviso sono cominciati gli spari: il bulldozer è stato colpito e costretto a ritirarsi, per fortuna senza feriti. Subito dopo è cominciata una vera e propria escalation di esplosioni, anche dalle mitragliatrici, sempre più vicine ai camion e ai veicoli di UNRWA. Un colpo di mortaio è esploso a pochi metri dal convoglio. Siamo stati costretti a ritirarci, anche su istruzioni della scorta, e a ritornare a Damasco, tutti salvi.

Nessuno è stato ferito in questa operazione e le esplosioni non sono riuscite a raggiungere il convoglio. Quando le autorità siriane hanno dato il nulla osta all’UNRWA per la distribuzione degli aiuti a Yarmouk hanno richiesto che venisse usata l’entrata sud del campo. Questo ha significato percorre circa 20 km di una strada che attraversa un’area ad altissima intensità di scontri, dove numerosi gruppi armati dell’opposizione, inclusi alcuni dei gruppi jihadisti più estremi, hanno una presenza forte e radicata. Menzionando questioni di sicurezza, non è stata concessa l’entrata dal lato nord che è invece sotto controllo governativo, e che di solito viene considerata più accessibile e relativamente meno pericolosa.

Per la popolazione che ancora vive Yarmouk in condizioni disumane questa è stata un’opportunità persa, ma l’Agenzia non ha intenzione di farsi fermare dal fallimento di questa operazione e stiamo nuovamente intervenendo sulle autorità siriane affinché supportino un altro tentativo di accesso di aiuti umanitari al campo.

Purtroppo, Yarmouk è solo uno dei tanti campi di rifugiati palestinesi dove le condizioni di vita sono, a vari livelli, intollerabili.

Cos’è l’Unrwa

UNRWA è l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi che ha come mandato l’assistenza e la protezione per oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza, Cisgiordania, Giordania, Siria e Libano. Ogni giorno, apriamo le porte delle nostre 700 scuole a 485.000 bambini. Ogni giorno distribuiamo cibo a oltre 1,2 milioni di rifugiati in condizioni di insicurezza alimentare. Ogni giorno forniamo un alloggio sicuro a oltre 1,3 milioni di persone in 58 campi rifugiati. Ogni giorno siamo al lavoro per garantire servizi essenziali per lo sviluppo, la protezione e l’assistenza dei rifugiati palestinesi. Tutto questo è il nostro operato da 63 anni a questa parte, in tempi di calma e in tempi di conflitto. Con uno staff di 31.000 persone (di cui la maggior parte rifugiati palestinesi) l’UNRWA è la più grande agenzia delle Nazioni Unite nel mondo.

Il recente conflitto a Gaza e quello in corso in Siria, la crisi sociale ed economica in Giordania e in Cisgiordania, le critiche condizioni in Libano: queste sono le emergenze con cui ci confrontiamo quotidianamente. A questo si aggiunge il fatto che dipendiamo da contribuiti volontari per il nostro finanziamento, contributi che sono sempre più difficili da reperire vista la condizione globale e che non tengono il passo con l’aumento generalizzato dei costi operativi.

Il ruolo dei Comitati Nazionali, tra cui appunto il Comitato Italiano per l’UNRWA Onlus, è quello di reperire fondi essenziali per il proseguimento delle attività a favore della popolazione rifugiata palestinese che vive in situazioni critiche, al contempo informando e sensibilizzando l’opinione pubblica nazionale di riferimento.  

Ilaria Masinara Communications Manager , Comitato Italiano per l’UNRWA

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