UNHCR adotta il report che condanna Israele per l’uso della forza su Gaza

PIC. L’UNHCR ha adottato un report che condanna Israele per “apparente uso intenzionale della forza letale in modo eccessivo e contrario alla legge” verso i manifestanti civili nella Striscia di Gaza.

Il report è stato rilasciato dalla Commissione indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite costituita dopo che 60 palestinesi sono stati uccisi in un solo giorno della Grande Marcia per il Ritorno nel maggio dello scorso anno.

Il report afferma che 183 manifestanti palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane, compresi 35 bambini, durante i cortei della Marcia per il Ritorno tenutisi lungo il confine di Gaza.

Si afferma anche che la maggior parte dei manifestanti uccisi dalle forze israeliane, cioè 154 su 183, erano disarmati.

La commissione ha scoperto che l’uso letale della forza da parte di Israele contro i manifestanti giustifica l’indagine e il procedimento penale e può costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

La risoluzione del consiglio per i diritti umani accusa la mancanza di cooperazione da parte di Israele con la commissione d’inchiesta e il fallimento nell’adottare raccomandazioni risoluzioni delle Nazioni Unite, in particolare dopo l’offensiva di 51 giorni di Israele su Gaza nel 2014.

La risoluzione condanna anche la mancanza di indagini significative di Israele sugli abusi perpetrati dalle sue forze, così come i “numerosi ostacoli legali, procedurali e pratici nel sistema legale e penale israeliano che hanno contribuito a negare l’accesso alla giustizia per le vittime palestinesi e il loro diritto ad una soluzione giudiziaria efficace”.

Pur facendo appello a un rafforzamento del controllo delle Nazioni Unite su Gaza, la risoluzione manca di suggerire delle azioni concrete in termini di responsabilità, spingendo solo per la cooperazione con un esame preliminare già esistente da parte della corte penale internazionale.

Ad ogni modo, il report della commissione d’inchiesta adottato dal consiglio per i diritti umani richiede con urgenza agli stati membri delle Nazioni Unite di considerare sanzioni,  divieti di viaggio e congelamento dei beni per coloro che si sono macchiati di crimini e di arrestare o estradare “persone accusate di aver commesso o che hanno ordinato di commettere crimini internazionali”.

23 stati hanno votato a favore della risoluzione, otto si sono opposti e 15 si sono astenuti, incluso il Regno Unito, che ha inizialmente fatto appello a un’inchiesta indipendente sulle morti dei manifestanti a Gaza.

Dei dieci stati europei europee parte del Consiglio per i diritti umani, quattro hanno votato contro la risoluzione e cinque si sono astenuti. Il fatto che la Spagna sia stata l’unica nazione europea a sostenere la risoluzione sottolinea la continua complicità di massa nei crimini di Israele e contraddice la propaganda ufficiale che vuole la difesa dei diritti umani come uno dei valori fondamentali dell’Unione Europea.

Traduzione per InfoPal di Giulia Barbini