Organizzazione europea per i diritti umani: irregolarità nelle elezioni locali in Cisgiordania

Ginevra-InfoPal. L’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani, con sede a Ginevra, ha denunciato una serie di irregolarità e violazioni della legge, avvenute durante le elezioni dei consigli locali in Cisgiordania, svolte nelle giornate di giovedì 18 e sabato 20 ottobre.

In un comunicato diffuso domenica 21 ottobre l’Osservatorio ha affermato che le sue squadre operanti in Cisgiordania hanno documentato una serie di irregolarità. In particolare si evidenziano: la mancanza di neutralità, durante le operazioni di voto, delle forze di sicurezza di Ramallah, il proseguimento delle campagne elettorali all’interno dei seggi e, il sospetto di alcuni voti comprati o  ottenuti con la coercizione.

L’Osservatorio ha dichiarato che i dirigenti degli apparati di sicurezza della Cisgiordania hanno preparato delle liste con i nomi dei suoi membri, accanto a ciascun dei quali hanno segnalato se la persona ha votato o se si è astenuta. Inoltre, i dirigenti dei servizi di sicurezza hanno usato gli autobus dell’apparato per portare gli elettori ai seggi, e hanno parlato con loro prima che questi ultimi entrassero nei seggi. Tutto ciò viola l’art. 26 della legge sulle elezioni locali palestinesi, che dispone la neutralità degli apparati esecutivi durante le operazioni di voto.

L’Osservatorio ha sottolineato che i servizi di sicurezza hanno impedito ad alcuni giornalisti di entrare nei seggi elettorali, come è avvenuto nella città di Hebron, con il giornalista ‘Abdeen ‘Amer, insieme ad alcuni suoi colleghi, cui è stato impedito l’accesso per due ore.

L’Organizzazione per i diritti ha aggiunto che il capo della lista di Fatah nella città di Betunia, Rebhi Dawleh, figurava nell’elenco degli elettori appartenenti alle forze di sicurezza, ciò significa che egli ha violato la legge, in quanto quest’ultima gli permetterebbe di candidarsi solo dopo essersi dimesso dal suo incarico nelle forze di sicurezza di Ramallah.

Per quanto riguarda le violazioni commesse sabato 20 ottobre, giornata dedicata al voto dei civili palestinesi, l’Osservatorio ha documentato il proseguimento delle campagne elettorali di fronte a molti seggi elettorali, e al loro interno. Nella città di Nablus i promotori di alcune liste hanno distribuito dei dolci agli elettori prima del loro ingresso ai seggi. Inoltre, alcuni membri del personale della Commissione elettorale centrale indossava dei cappellini che promuovevano determinate liste elettorali.

L’Osservatorio ha avvertito che tali irregolarità costituiscono una violazione dell’Art. 27 della legge sulle elezioni dei consigli locali palestinesi, che dispone la sospensione di ogni forma di campagna elettorale 24 ore prima dell’inizio delle operazioni di voto.

L’ente Euro-Mediterraneo ha anche espresso grave preoccupazione per i sospetti di compravendita di voti; di fatto gli osservatori hanno notato che alcuni elettori sono stati costretti a fotografare la propria scheda elettorale al termine del voto. Inoltre è stata segnalata la ricomparsa del fenomeno della “scheda circolante” in alcuni seggi, che consiste nel costringere l’elettore a scegliere una scheda pre-segnata. Ciò rappresenta un reato punito dall’Art.63/4 della legge sulle elezioni locali palestinesi.

L’Osservatorio ha rilevato anche altre irregolarità, come l’utilizzo dei megafoni delle moschee di Nablus per chiamare i cittadini a votare, a un’ora dalla chiusura delle urne; inoltre, alcune sedi erano prive di ausili per le persone con bisogni speciali e, ai giornalisti è stato impedito di coprire l’operazione di voto di Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese.

L’Osservatorio si è detto turbato per lo stato confusionale sulla percentuale dei votanti, in particolare nella città di Nablus, dove la Commissione elettorale centrale ha annunciato che la partecipazione era del 21 per cento alle sei e mezza di sera, salvo poi arrivare a circa 39 per cento, nel giro di mezz’ora.

L’Osservatorio ha concluso esortando la Commissione elettorale centrale a prendere sul serio queste violazioni, portando i trasgressori davanti al pubblico ministero, secondo quanto dispone la legge palestinese in materia elettorale. Inoltre esso ha invitato ad intraprendere delle misure efficaci contro le liste elettorali irregolari.