Vietato l’accesso ai musulmani alla moschea Ibrahimi durante le festività ebraiche

 

ibrahimipnnImemc. Le autorità israeliane hanno annunciato che la Moschea al-Ibrahimi, conosciuta anche come la Grotta dei Patriarchi, sarà interdetta ai fedeli musulmani martedì e mercoledì, per le festività ebraiche, secondo quanto ha dichiarato lunedì il ministro del Waqf islamico.

La moschea sara’ aperta solo per gli ebrei che celebreranno le festivita’ ebraiche, mentre ai musulmani non sara’ permesso l’accesso per la preghiera come avviene di solito.

Il ministro, durante una conferenza stampa, ha ribadito la necessita’ di agire per porre fine alle violazioni israeliane e alle ripetute chiusure della moschea, con le quali, ha sottolineato, Israele tenta di rafforzare il controllo sull’intero sito sacro, trasformandolo in un luogo esclusivamente ebraico.

Il ministro ha considerato la chiusura come una evidente violazione contro i musulmani palestinesi, ed ha chiesto che ognuno continui ad essere presente nella moschea per contestare e sfidare i piani israeliani.

Nonostante i fedeli delle due religioni frequentino due zone separate per le preghiere nella moschea, in tempi normali, Israele le chiude per i musulmani durante le festivita’ ebraiche e per gli ebrei durante le festivita’ islamiche.

La Moschea Al-Ibrahimi e’ situata nella citta’ vecchia di Hebron, alcune centinaia di metri dalla zona della citta’ occupata illegalmente da circa 400 coloni estremisti, che vengono protetti da circa 1.500 soldati.

Fin dal 1967, la Moschea Al-Ibrahimi, come tutti gli altri luoghi sacri islamici in Palestina, e’ divenuta un obiettivo per le forze di occupazione israeliane e per i coloni sionisti, come ha riportato il Hebron Rehabilitation Committee.

Nel 1994 Israele ha suddiviso la Moschea Al-Ibrahimi tra musulmani ed ebrei, dopo che il colono (nato negli USA) Baruch Goldstein apri’ il fuoco contro circa 500 Palestinesi durante la preghiera dell’alba, uccidendone alla fine 30.

Goldstein, un colono estremista della colonia illegale di “Kiryat Arba”, nella quale risiedono cittadini americani ed israeliani, apri’ il fuoco con una mitragliatrice contro i fedeli musulmani durante la preghiera. Uccise 29 persone e ne feri’ 135. Lo stesso giorno, all’esterno della Moschea, l’esercito israeliano apri’ il fuoco contro i fedeli impauriti e in panico, uccidendo almeno dieci civili.

Dopo l’accaduto, la Moschea Al-Ibrahimi venne trasformata in una postazione militare ed in seguito venne suddivisa in due aree, una per i musulmani ed un’altra per gli ebrei. Quindi la moschea e’ divenuta un luogo di conflitto e di costante tensione che hanno rovinato la sua sacralita’.

Attualmente, Israele controlla l’accesso dei Palestinesi alla moschea, vieta a molti di pregarvi regolarmente e frequentemente non permette il richiamo alla preghiera con la scusa che disturba i coloni.

Il controllo non riguarda solo le restrizioni alle preghiere nella moschea, ma anche ai richiami alla preghiera attraverso gli altoparlanti. Soltanto a gennaio 2015, la chiamata alla preghiera e’ stata vietata 51 volte.

La Direzione del Awqaf di Hebron ha dichiarato che la politica di vietare le chiamate alla preghiera ai musulmani ha lo scopo di stringere il cappio ai Palestinesi facendoli smettere di pregare nella moschea, e in conseguenza di mandarli via dalla loro citta’.

AISHA T. BRAVI