Zahar chiede all’ANP di porre fine al coordinamento della sicurezza con gli occupanti

2131360219Gaza-PIC. Il dirigente di Hamas, Mahmoud Zahar, ha richiesto alla direzione dell’ANP di dare mano libera ai Servizi di Sicurezza per difendere la Cisgiordania occupata mentre il dirigente del Jihad islamico, Mohammed al-Hindi ha sottolineato il fallimento del compromesso sostenuto dagli accordi di Oslo.

Queste dichiarazioni sono state fatte durante una conferenza organizzata la scorsa domenica dal Comitato politico di Hamas nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, intitolata “L’iniziativa del movimento del Jihad islamico, tra la realtà e la speranza”, con la partecipazione di decine di dirigenti dei due gruppi e degli interessati.

Zahar ha chiesto all’ANP di sospendere il coordinamento della sicurezza se è in contraddizione con il richiamo al Jihad e ha inoltre affermato di voler dichiarare la fase successiva di liberazione nazionale.

Ha escluso la possibilità che l’ANP annulli gli accordi di Oslo (una delle condizioni dell’iniziativa lanciata dal Segretario generale per il Jihad, Ramadan Shallah) che sono stati alla base delle negoziazioni nel corso di 23 anni ed è stato perso molto tempo.

Zahar ha dichiarato: “E’ impossibile per la direzione attuale di al-Fatah e dell’ANP di accettare l’abrogazione degli accordi di Oslo o fare un passo indietro verso il non riconoscimento di Israele. Infatti quando il presidente Arafat ha ritenuto la questione a rischio e ha voluto usare la resistenza per promuovere questo tema è stato assassinato”.

Ha sottolineato che la revoca del riconoscimento di Israele significa l’annullazione dell’80% del controllo israeliano sui territori palestinesi, aggiungendo inoltre che “il riconoscimento all’origine è un tradimento del sangue dei martiri”.

Successivamente ha affermato che “dal momento che si tratta di riformare l’organizzazione, il nostro programma dovrebbe essere per tutta la Palestina, non sono per il 20% dei territori occupati”.

Il leader di Hamas ha insistito sull’importanza di liberare tutta la Palestina e sull’insuccesso dei tentativi che hanno dato via libera all’espansione degli insediamenti e hanno aggravato l’occupazione, confermando che la lotta del popolo palestinese ha obbligato il nemico a rivalutare i propri conti.

Da parte sua, il leader di Jihad islamico, Mohammed al-Hindi, ha affermato che l’ANP non ha realizzato nulla per la causa palestinese e che i 23 anni di negoziazioni vane con l’occupazione sono falliti e hanno dato una nuova opportunità alle colonie di espandersi e di ebraicizzare ulteriormente i territori occupati con la complicità internazionale e l’interesse di alcuni paesi pro-Israele.

Ha spiegato che i Palestinesi sono convinti che tutti abbiano dimenticato la questione palestinese, indicando che 10 anni di negoziazioni per mettere fine alla divisione interna attraverso il trattato di Oslo sono fallite, non è stato fatto nulla contro l’assedio ingiusto, i crimini delle forze di occupazione e i conflitti regionali; tutto ciò ha spinto il suo movimento a proporre quest’iniziativa per uscire dall’impasse, dalla crisi politica e dai continui fallimenti.

Traduzione di Sara Faoro