100 Ong palestinesi definiscono la visita di Obama “senza alcun senso”

Gaza-InfoPal. La visita del presidente americano, Barack Obama, nei territori palestinesi occupati, prevista fra una settimana non avrà alcun senso, fino a quando le politiche degli Usa nella regione e verso la questione palestinese non saranno cambiate. E’ quanto affermato da cento Organizzazioni non governative palestinesi (Ong).

In un messaggio letto durante una conferenza stampa tenuta giovedì 14 marzo, Amjad al-Shawa, presidente della rete delle Ong palestinesi (PNGO), ha dichiarato:”Auspichiamo che la visita del presidente Barack Obama rappresenti l’inizio di un serio cambiamento nella politica Usa, fino a questo momento schierata a favore di Israele, in modo che il nostro popolo possa finalmente godere dei propri legittimi diritti, all’autodeterminazione, alla creazione di uno stato indipendente e al diritto di ritorno”.

Ha poi aggiunto: “la credibilità del presidente Obama sta nella sua capacità di costringere l’occupazione a fermare le sue continue violazioni, rispettare la legge internazionale e applicare le risoluzioni Onu riguardanti la questione palestinese”.

Al-Shawa ha detto che il popolo palestinese “non ha bisogno di altre idee e iniziative volte a far ripartire i negoziati, esso, invece, necessita di una volontà internazionale che gli garantisca il raggiungimento dei suoi diritti alla libertà e alla dignità, attraverso il diritto all’autodeterminazione, al ritorno e alla creazione di uno stato indipendente”. E ha aggiunto che “la fine dell’occupazione, lo smantellamento delle colonie, il rilascio dei prigionieri e l’attuazione delle risoluzioni Onu relative alla questione palestinese, sono gli unici modi per compensare il nostro popolo delle decine di anni di sofferenza”.

Al-Shawa ha aggiunto: “Senza ciò, chi soffre continuerà a farlo, e la regione resterà teatro di tensioni e disordini, cui responsabilità, pratica e morale, ricadrà sulla comunità internazionale”.

Egli ha sottolineato che molti rapporti internazionali, e in testa la relazione di Richard Goldstone, hanno dimostrato che Israele ha commesso crimini di guerra, e in particolare durante l’aggressione dello scorso novembre, e ciò è stato anche confermato da molte organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Nella lettera, le organizzazioni palestinesi hanno esortato Obama ad apportare dei seri cambiamenti durante la sua visita nella regione, chiedendo , in primo luogo, la completa cessazione dei lavori di costruzione negli insediamenti israeliani, lo smantellamento di quelli esistenti e la fine della presenza coloniale nei territori palestinesi. “Se la visita di Obama rappresentasse un serio impegno per la pace e la stabilità, ciò dovrà tradursi nell’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici, la rimozione degli oltre 600 posti di blocco presenti in Cisgiordania e la fine dell’assedio imposto sulla Striscia di Gaza”, hanno aggiunto.

Nel suo discorso tenuto a margine della conferenza, Mohsen Abu Ramadan, presidente delle Ong di Gaza, ha affermato che la chiave per raggiungere la stabilità nella regione sta nell’applicazione, effettiva e non negoziata, del diritto internazionale e delle risoluzioni Onu. “I negoziati non hanno portato alcun risultato concreto, anzi, sono stati sfruttati da Israele come copertura per rafforzare la sua politica in materia di insediamenti, al fine di imporre un dato di fatto sul terreno e impedire la creazione dello Stato palestinese, cui nascita avverrebbe in linea con la soluzione dei due stati, prospettata dallo stesso Obama”, ha detto Abu Ramadan.

Egli ha sottolineato che la visita del presidente Usa “avviene in un contesto di cambiamento popolare nel mondo arabo, contrassegnato dalla caduta dei regimi corrotti e oppressivi, mentre molte comunità pongono la loro fiducia nei valori della libertà, democrazia e giustizia sociale. Tuttavia, tale quadro non verrà completato fino a quando la tirannia dell’occupazione non sarà abbattuta, e il popolo palestinese non otterrà i suoi diritti alla libertà e alla dignità, alla stregua degli altri popoli di questa terra”.