130 palestinesi arrestati per le loro attività sui social media

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Gerusalemme occupata-PIC. Il comitato dei detenuti ed ex detenuti palestinesi ha riferito che le forze di occupazione israeliana (IOF) hanno arrestato durante il 2015 quasi 130 palestinesi per le loro attività sui social media.

Nel comunicato di mercoledì si legge che 27 palestinesi sono stati arrestati con l’accusa di incitamento, mentre molti altri sono in stato di fermo, grazie alla pratica della detenzione amministrativa, per differenti periodi di tempo.

Viene inoltre sottolineato che molti degli arresti sono stati effettuati nella Gerusalemme occupata, dove Israele ha recentemente costituito un unità informatica per il monitoraggio delle attività degli attivisti palestinesi sui social media.

Il capo della commissione dei detenuti Amjad Abu Assab ha riferito che il primo gruppo di attivisti è stato fermato a Gerusalemme il 15 dicembre 2014, dopo essere stato accusato di incitamento dai post su Facebook.

Gli attivisti sono stati condannati mercoledì a 17 mesi di prigione, ha detto Abu Assab.

Gli anni scorsi 40 abitanti di Gerusalemme erano stati incarcerati per i loro commenti su Facebook, per differenti periodi di tempo, mentre i domiciliari erano stati imposti a diverse altre persone, con il divieto ulteriore di usare gli smartphone e gli account di Facebook.

Le misure repressive di Israele hanno parzialmente avuto successo nell’imbavagliare le voci dei palestinesi, specialmente dopo l’arresto di alcune ragazze, sempre a seguito dei loro post su Facebook, ha sottolineato Abu Assab.

D’altro canto, ha continuato, le autorità israeliane hanno chiuso un occhio sulle provocazioni estremiste dei coloni e sulle minacce ai palestinesi rivolte sui social media.

Traduzione di Marta Bettenzoli