15 organizzazioni chiedono la revoca della decisione di ridurre l’energia a Gaza

Nazareth-PIC. Domenica 15 organizzazioni israeliane per i diritti umani hanno presentato una petizione al procuratore generale del governo israeliano, Avichai Mandelblit, chiedendogli di intervenire affinché i membri del governo israeliano annullino la loro decisione di ridurre l’alimentazione elettrica alla Striscia di Gaza.

Le organizzazioni hanno affermato che la decisione è illegale sia per le leggi israeliane sia per quelle internazionali, sottolineando che la Corte Suprema israeliana aveva in precedenza stabilito che Israele deve provvedere ai bisogni minimi dei cittadini di Gaza.

Hanno poi sottolineato che i motivi della decisione sono puramente politici e quindi costituiscono una violazione del diritto umanitario internazionale.

Il governo israeliano ha deciso durante la sua riunione del 12 giugno 2017 di rispondere a una richiesta dell’Autorità palestinese (Ap) di ridurre la fornitura elettrica alla Striscia di Gaza.

Secondo i rapporti media, l’Ap aveva ufficialmente chiesto a Israele alla fine dell’aprile 2017 di interrompere la detrazione delle bollette elettriche di Gaza dai proventi doganali raccolti per l’Ap da Israele dagli importatori palestinesi nei porti e nelle frontiere che controlla, ma Israele non aveva soddisfatto la richiesta al momento.

L’Ap ha annunciato una serie di misure per ridurre le spese nella Striscia di Gaza, a partire dalla detrazione del 30% degli stipendi di circa 60mila dipendenti dell’Ap a Gaza.

La Striscia di Gaza è vittima di una grave crisi elettrica dal 16 aprile 2017, quando l’unica centrale elettrica di Gaza è stata chiusa.

Se la nuova decisione verrà attuata, i gazawi avranno solo 2-3 ore di elettricità al giorno.