150 prigionieri palestinesi malati in condizioni gravi nelle carceri israeliane

Quds Press. Le autorità giudiziarie palestinesi hanno rivelato dettagli relativi alla situazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, riferendo che ci sono oltre 150 malati le cui condizioni risultano “gravi”.

Ciò si evince dal rapporto del Centro studi sui Prigionieri palestinesi pubblicato mercoledì 8 luglio e concernente la morte del prigioniero Sa’di al-Gharabli (75 anni) in un carcere israeliano.

Il Centro ha spiegato che la situazione dei prigionieri malati è destinata ad aggravarsi e può portare alla morte molti di loro. Ha aggiunto che a questo “si somma il forte rischio per i prigionieri dovuto al Coronavirus, che minaccia continuamente le loro vite a causa dell’incapacità dell’occupazione di adottare misure di protezione e prevenzione e della mancata adozione di misure volte a tutelarli”.

Inoltre, il Centro imputa a Israele la responsabilità della morte di al-Gharabli come conseguenza di negligenza medica e della mancanza di cure adeguate, riferendo che il prigioniero soffriva di malattie croniche tra cui diabete, problemi di pressione ed era affetto da un tumore. Ciononostante, le autorità israeliane gli avevano negato una visita medica specialistica.

Avverte che la morte di al-Gharabli “non sarà l’ultima e che i decessi all’interno delle carceri continueranno se l’occupazione non sarà ritenuta responsabile per i suoi crimini”.

Chiede che sia costituito un comitato investigativo per esaminare le circostanze della morte di al-Gharabli e degli altri prigionieri deceduti sia all’interno che all’esterno delle carceri, e per porre fine al disprezzo dell’occupazione per la vita dei prigionieri.

Dal suo canto, l’esperto sugli affari dei prigionieri, Abd al-Nasser Farwana ha affermato che con la morte di al-Gharabli il numero di decessi ammonta a 224, tra i quali 73 a causa delle torture subite, 69 per omissione di cure mediche, 75 per omicidio volontario successivo all’arresto e infine 7 per ferite da proiettili mentre erano dentro la prigione.

Farwana ha poi fatto riferimento di altre centinaia di prigionieri morti dopo essere stati liberati, a seguito di malattie contratte in prigione, tortura e negligenza sanitaria.

Sa’ad Khalil Muhammad al-Gharabli (75 anni) è il secondo prigioniero anziano morto nella Striscia di Gaza, dopo Fuad al-Shawbki (80 anni), entrambi affetti da cancro.

L’occupazione aveva condannato al-Gharabli all’ergastolo dopo averlo accusato dell’uccisione di un ufficiale israeliano, nel 1994, a Tel Aviv.

Il decesso del prigioniero al-Gharabli, affetto da cancro, è sopraggiunto nell’ospedale della prigione di Ramla.

Gli appelli umanitari fatti dalla famiglia per la sua liberazione dal carcere sono stati vani, nonostante le sue condizioni fossero peggiorate significativamente negli ultimi quattro mesi.

Le forze di occupazione detengono circa 5.000 prigionieri palestinesi distribuiti in circa 23 centri penitenziari e prigioni; tra di essi ci sono 180 bambini, 43 donne, 500 detenuti amministrativi (senza alcuna accusa) e 1800 malati, tra i quali 700 con urgente bisogno di intervento medico.

Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario