17 anni dopo la II Intifada, la polizia israeliana continua a uccidere i Palestinesi

MEMO. Diciassette anni dopo l’uccisione di 13 manifestanti palestinesi inermi durante le proteste all’inizio della II Intifada, la polizia israeliana continua ad “avere il grilletto facile quando si tratta di sospettati arabi”, ha affermato il presidente di una ONG di diritti legali.

In una dichiarazione rilasciata mercoledì 4 ottobre, Hassan Jabareen, fondatore e direttore generale di Adalah, il Centro legale per i diritti della minoranza araba in Israele, ha collegato le uccisioni dell’ottobre 2000 agli attuali casi di brutalità della polizia, inclusa la violenza letale, che hanno sperimentato i cittadini palestinesi di Israele.

“Le uccisioni dell’ottobre 2000 hanno avuto origine da un razzismo profondamente radicato contro la popolazione minoritaria palestinese. La polizia israeliana fece uso della forza letale contro i manifestanti palestinesi nonostante non avessero né usassero armi. La replica fatale della polizia fu ingiustificata”, ha affermato Jabareen.

Tredici palestinesi – 12 cittadini di Israele e un residente di Gaza –  furono colpiti e uccisi dalla polizia israeliana durante le proteste di ottobre 2000 e altre centinaia rimasero feriti. Una successiva inchiesta governativa, la Commissione Or, concluse che non vi era stata una reale minaccia verso gli agenti di polizia che aprirono il fuoco.

Nonostante tali conclusioni, il Dipartimento investigativo della Polizia del ministero della Giustizia, decise di non formulare alcuna accusa e, nel gennaio 2003, anche il Procuratore Generale chiuse le indagini sulle uccisioni dell’ottobre 2000.

Ad oggi, neppure un agente o ufficiale israeliano è stato incriminato per quegli omicidi.

“Oggi, nel 2017, la polizia israeliana continua ad “avere il grilletto facile quando si tratta di sospettati arabi”, ha detto Jabareen. Inoltre, il ministero della Giustizia continua a coprire indagini di omicidi di cittadini arabi commessi da poliziotti”.

Ha proseguito: “Ci sono forti sospetti che recentemente gli agenti israeliani abbiano violato le regole di ingaggio e abbiano fatto un uso estremo della forza senza alcuna giustificazione”.

La mancanza di serie indagini da parte del ministero della Giustizia autorizza di fatto la persistente violenza della polizia –  persino mortale – verso i cittadini arabi”, ha concluso Jabareen.

Traduzione di Antonina Borrello