2 – L’industria del cyber-spionaggio israeliano: Estrema segretezza

Archive.is. Di Hagar Shezaf e Jonathan Jacobson. (Da InvictaPalestina).

Le testimonianze dimostrano che l’equipaggiamento israeliano è stato utilizzato per localizzare e detenere attivisti per i diritti umani, perseguitare membri della comunità LGBT, mettere a tacere i cittadini che erano critici nei confronti del loro governo e persino fabbricare casi di eresia contro l’Islam. Copertina CEO FOTO Verint Dan Bodner. Lo spinoff Comverse oggi ha 5.200 dipendenti in tutto il mondo. Credito: Moti Milrod

Estrema segretezza.

Nel 2016 le notizie su Pegasus  spinsero Meretz MK Tamar Zandberg e l’avvocato per i diritti umani Itay Mack  a richiedere al tribunale  la sospensione del permesso di esportazione a NSO. Su richiesta dello Stato, tuttavia, le delibere furono tenute a porte chiuse e fu posto il vincolo della segretezza sul giudizio. Il presidente della Corte Suprema, il giudice Esther Hayut, riassunse la questione osservando: “La nostra economia, come è evidente, si basa considerevolmente su quel tipo di  esportazioni”.

Il ministero della Difesa beneficia del blackout delle notizie. La supervisione avviene lontano dagli occhi del pubblico – nemmeno la Commissione Affari Esteri e Difesa del Knesset è a conoscenza dei dettagli di base riguardanti la parte del leone ricoperta dalle esportazioni di difesa israeliane. Contrariamente alle norme esistenti in altre democrazie, il ministero rifiuta di divulgare l’elenco dei Paesi verso cui sono vietate le esportazioni militari, o i criteri e le norme che sono alla base delle sue decisioni.

L’indagine approfondita condotta da Haaretz, basata su circa 100 fonti in 15 Paesi, ha avuto come scopo quello di sollevare il velo della segretezza sul commercio della strumentazione per lo spionaggio. I risultati mostrano che l’industria israeliana non ha esitato a vendere  strumenti d’offesa a molti Paesi che mancano di una forte tradizione democratica, anche quando non hanno avuto modo di accertare se gli strumenti venduti sarebbero stati  usati per violare i diritti dei civili. Le testimonianze dimostrano che l’equipaggiamento israeliano è stato utilizzato per localizzare e detenere attivisti per i diritti umani, perseguitare membri della comunità LGBT, mettere a tacere i cittadini che erano critici nei confronti del loro governo e persino fabbricare casi di eresia contro l’Islam in Paesi musulmani che non mantengono relazioni formali con Israele. L’inchiesta di Haaretz ha anche scoperto che le aziende israeliane hanno continuato a vendere strumentazione per lo spionaggio anche quando è stato rivelato pubblicamente che la strumentazione  era utilizzata per  scopi dannosi.

Le indagini hanno scoperto che le compagnie private israeliane hanno venduto software di spionaggio e dati di intelligence a Bahrain, Indonesia, Angola, Mozambico, Repubblica Dominicana, Azerbaigian, Swaziland, Botswana, Bangladesh, El Salvador, Panama e Nicaragua. Inoltre, l’inchiesta ha corroborato precedenti relazioni nel corso degli anni sulle vendite in Malesia, Vietnam, Messico, Uzbekistan, Kazakistan, Etiopia, Sud Sudan, Honduras, Trinidad e Tobago, Perù, Colombia, Uganda, Nigeria, Ecuador ed Emirati Arabi Uniti.

A causa dei draconiani contratti di segretezza firmati, la maggioranza dei dipendenti con cui abbiamo parlato ha rifiutato di dettagliare le  proprie testimonianze presenti in questo rapporto investigativo. Altri, che hanno invece  accettato di raccontare  il loro ruolo nel settore, appaiono  sotto falso nome. Mentre alcuni amministratori delegati ci hanno parlato, altri hanno preferito seguire la linea della segretezza e darci  le solite risposte: i sistemi israeliani aiutano a contrastare il terrorismo e a combattere il crimine; le vendite sono autorizzate dal Ministero della Difesa; le esportazioni sono effettuate legalmente.

E  in effetti tutte le affermazioni di cui sopra sono corrette. La legge non proibisce la vendita di apparecchiature di sorveglianza e d’intercettazione a governi e forze dell’ordine straniere, le esportazioni sono approvate dall’Agenzia per il Controllo delle Esportazioni di Difesa (un’unità del ministero della Difesa) e gli articoli in questione sono usati per contrastare il terrorismo e il crimine. Ad esempio, i sistemi dell’azienda Verint  sono stati utilizzati nello sforzo di fermare i rapimenti in Mozambico e in una campagna contro il bracconaggio in Botswana. In Nigeria, i sistemi israeliani hanno contribuito alla lotta contro l’organizzazione terrorista Boko Haram. Tuttavia, alti funzionari delle aziende israeliane ammettono che una volta venduti i sistemi, non c’è modo di prevenirne l’abuso.

“Non posso limitare le  possibilità del mio cliente”, afferma Roy, esperto nel cyberware. “Non puoi vendere a qualcuno una Mercedes e dirgli di non guidare più veloce di 100 chilometri all’ora. La verità è che le compagnie israeliane non sanno quale sarà l’uso dei sistemi che vendono “.

“È difficile da  controllare”, aggiunge Yaniv (uno pseudonimo, come tutti gli altri nomi citati qui), che è lavora nel settore e ha prestato servizio nell’unità 8200 d’intelligence dell’IDF. “Anche quando si limitano le capacità dei programmi per computer, le aziende non sanno contro chi verranno utilizzate. Tutti in questo campo sanno che stiamo fabbricando sistemi che invadono la vita delle persone e violano i loro diritti più elementari. È un’arma – come vendere una pistola. Il fatto è che in questo settore la gente pensa alle sfide tecnologiche, non alle implicazioni. Voglio credere che il Ministero della Difesa controlli le esportazioni nel modo giusto”.

Tuttavia, anche i supervisori del ministero non hanno modo di sapere chi viene spiato dai prodotti israeliani. Gli Israeliani che addestrano gli acquirenti all’uso dei sistemi a volte vengono a conoscenza degli scopi per cui sono stati acquisiti. “Mi è capitato di vedere un uso super-sbagliato dei sistemi”, dice Tomer, che ha addestrato corpi di intelligence in tutto il mondo. “Sto  spiegando a dei tirocinanti stranieri quali sono le capacità del sistema, e loro  proprio sotto i miei occhi iniziano subito a mettere  persone sotto sorveglianza per motivi trascurabili. Qualcuno aveva  criticato gli aumenti dei prezzi voluta dal presidente, qualcun altro aveva condiviso un hashtag identificato con l’opposizione – e in un istante erano entrambi nella lista di sorveglianza “.

Guy Mizrahi, co-fondatore di Cyberia, una società di soluzioni informatiche, divide il settore in due tipi di aziende. “Ci sono aziende che sanno fare solo una cosa, ma molto bene”, osserva, “mentre altre aziende hanno una gamma diversificata di prodotti. Alcuni di essi controllano i database di provider internet e operatori di telefonia mobile, altri sono in grado di raggiungere il dispositivo [mirato] stesso, con ogni mezzo. ”

NSO, lo sviluppatore di Pegasus, è probabilmente l’esempio più conosciuto della prima categoria,  con una capacità eccezionale. Verint Systems, uno dei giganti multiformi del settore, è un esempio del secondo tipo, con prodotti diversificati. Verint ha iniziato come unità di intelligence di Comverse Technology, fondata da Jacob “Kobi” Alexander, un uomo d’affari americano-israeliano che è stato recentemente rilasciato dalla prigione dopo un’accusa di frode lanciata contro di lui dalla U.S. Securities and Exchange Commission. Successivamente Verint è andata per la sua strada ed è ora guidata dal CEO Dan Bodner. La società è presente in diversi Paesi e  ha 5.200 dipendenti, di cui 1.000 lavorano nella sua sede di Herzliya Pituah.

Anche se le nostre fonti che hanno lavorato con i prodotti Verint in Mozambico e Botswana  ci hanno riferito solo di progetti legittimi, gli istruttori delle agenzie in Azerbaigian e in Indonesia hanno affermato che i prodotti dell’azienda sono stati utilizzati in maniera negativa. “Ero un istruttore in Azerbaigian. Un giorno i partecipanti sono venuti da me durante una pausa “, ricorda Tal. “Volevano sapere come controllare le inclinazioni sessuali tramite Facebook. In seguito, quando  mi sono documentato sull’argomento, ho scoperto che lì sono noti per la persecuzione della comunità gay. All’improvviso le cose erano collegate. ”

Un esempio di ciò che intendeva è un rapporto del 2017 sull’arresto e la tortura da parte della polizia azera di 45 tra uomini gay e donne transgender. Ciò accadde alcuni anni dopo che i sistemi di Verint iniziarono ad essere usati nel Paese. Tal dice che ora si rammarica di aver lavorato lì, aggiungendo che gli incidenti come quelli dell’Azerbaigian hanno affrettato la sua decisione di abbandonare la professione.

Neppure l’Indonesia è un paradiso per la comunità LGBT: le relazioni omosessuali sono classificate come reato. Rapporti di organizzazioni per i diritti umani hanno rilevato la dura politica nei confronti della comunità, nonché contro le minoranze religiose, secondo una legislazione che vieta la “blasfemia”. Tre fonti che hanno parlato con Haaretz hanno parlato dell’uso illecito dei prodotti Verint in Indonesia.

In un caso, i sistemi sono stati usati per creare un database di attivisti per i diritti LGBT usato per metterli sotto sorveglianza. In un altro, le vittime dello spyware erano minoranze religiose.

“Non appena sono arrivato nel Paese, il cliente mi ha detto che il mio aiuto era necessario per  un’indagine che era bloccata”, racconta Netanel, che ha lavorato con gli Indonesiani per attivare i sistemi. “Molto rapidamente l’inchiesta si è rivelata essere una causa contro una figura pubblica non musulmana accusata di eresia, un’offesa che comporta la pena di morte”.

 

Traduzion per Invictapalestina.org di Grazia Parolari.

Fonte: https://archive.is/aT0fb

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