20 notifiche di detenzione amministrativa contro giornalisti palestinesi dall’inizio del 2022


Quds Press. Un comitato specializzato che monitora la libertà di stampa e di informazione ha condannato la pratica della detenzione amministrativa nei confronti dei giornalisti palestinesi, che in questo modo vengono detenuti ingiustamente nelle carceri dell’occupazione.

Il “Committee to Support Journalists”, con sede a Beirut, ha dichiarato che l’occupazione israeliana “dall’inizio del 2022 ha decretato 20 detenzioni amministrative e il loro rinnovo, ritardando così il rilascio di quei giornalisti e professionisti dei media detenuti in carcere senza sapere nemmeno perché”.

Ha riferito che “le autorità di occupazione hanno emesso un ordine di detenzione amministrativa contro un altro prigioniero, il giornalista Nidal Abu Aker, del Governatorato di Betlemme (a sud della Cisgiordania), il quale è in carcere dall’inizio di questo agosto”.

Il Comitato ci informa anche che “martedì 9 agosto l’occupazione ha notificato ad Abu Aker la decisione di detenerlo amministrativamente per 6 mesi”, se non che Nidal è “un ex prigioniero che ha trascorso un totale di 16 anni nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani, di cui 13 in detenzione amministrativa, ed è stato rilasciato 70 giorni fa prima di essere nuovamente arrestato”.

Il comitato ha affermato che “un ufficiale dell’intelligence israeliana ha detto ad Abu Aker che il suo posto naturale è all’interno della sua famiglia, e ciò lo ha spinto a intraprendere lo sciopero della fame già nei prossimi giorni”, osservando inoltre che “sta osservando la questione con grande preoccupazione”.

Inoltre il Comitato ha confermato che, dall’inizio di questo agosto, l’occupazione ha emesso ordini di detenzione amministrativa nei confronti di altri due giornalisti, Amer Abu Arafa per quattro mesi e Faisal Al-Rifai per sei mesi.

Ha dichiarato: “Il mese scorso l’occupazione ha decretato il rinnovo, per la quarta volta consecutiva, della detenzione amministrativa nei confronti del giornalista detenuto Muhammad Nimr Asida, prolungandola per altri quattro mesi”. E ha aggiunto che, insieme a questi giornalisti, “alla giornalista Bushra Al-Taweel, arrestata dall’occupazione lo scorso marzo al posto di blocco di Za’tara, a sud di Nablus, è stata prolungata la detenzione amministrativa di altri tre mesi”.

Il comitato ha intimato le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani a “intervenire per contrastare la moltitudine di rinnovi di detenzione amministrativa contro i giornalisti palestinesi detenuti nelle carceri dell’occupazione, con l’obbiettivo di rilasciare tutti i giornalisti e gli attivisti detenuti senza una giustificazione legale”.

Con detenzione amministrativa si intende una forma di detenzione senza accusa né processo, e senza che sia consentito al detenuto e al suo avvocato di verificare i relativi atti giudiziari, in palese ed esplicita violazione delle disposizioni del diritto internazionale.

Le autorità di occupazione e le amministrazioni carcerarie affermano che i detenuti amministrativi hanno “fascicoli segreti” che per nessuna ragione possono essere rivelati, in questo modo il detenuto non conosce la durata della sua pena né le accuse a suo carico.

Il detenuto amministrativo spesso è soggetto al rinnovo del periodo di detenzione, effettuato anche molteplici volte, per un periodo di tre, sei o otto mesi, e talvolta può raggiungere anche un anno intero.

È interessante notare che i centri di detenzione dell’occupazione israeliana hanno al loro interno 682 detenuti amministrativi su un totale di 4600 prigionieri, mentre secondo le organizzazioni per i diritti umani che si occupano dei prigionieri, dal 1967 il numero delle notifiche di detenzione amministrativa è stimato a oltre 54.000.

Traduzione per InfoPal di G.B.