Gerusalemme, 24 feriti nella manifestazione di solidarietà con Samer al-‘Issawi

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. Nella serata di venerdì 8 febbraio, violenti scontri sono scoppiati nel villaggio di al-‘Issawiya, a nord di Gerusalemme, tra i manifestanti palestinesi e le forze di sicurezza israeliana, con un bilancio di 24 palestinesi feriti.

Fonti locali e mediche hanno riferito che gli scontri sono scoppiati quando le forze di occupazione hanno effettuato un’irruzione nel villaggio e demolito la tenda di solidarietà con Samer Tarek al-‘Issawi, il detenuto in sciopero della fame da 200 giorni consecutivi.

Una marcia di solidarietà con il detenuto in sciopero della fame, partita dall’ingresso del villaggio con la partecipazione di decine di palestinesi è stata dispersa dalle forze israeliane; in seguito sono scoppiati degli scontri durati per più di tre ore, durante le quali i palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze israeliane che hanno risposto con proiettili metallici rivestiti di gomma e bombe assordanti, e hanno arrestato il cittadino palestinese ‘Ala’a Jamil Abu Ryala.

Le fonti mediche hanno affermato che le ferite riportate dai palestinesi variano da leggere, a moderate e gravi, aggiungendo che un bambino è stato colpito alla testa e un fotoreporter ha riportato una ferita al piede, mentre altri 15 feriti sono stati curati sul posto.

Ahmed Odeh, dall’Associazione araba di soccorso, ha riferito di sette palestinesi soccorsi sul campo dalla sua associazione durante gli scontri che si sono estesi dall’ingresso del villaggio e fino al centro, dove si trova la moschea al-Araba’in, presso la quale era stata edificata la tenda di solidarietà che l’occupazione israeliana ha rimosso e sequestrato il suo contenuto. Gli scontri hanno raggiunto anche la casa del detenuto Samer al-‘Issawi.

Dal canto suo, in un comunicato stampa, il membro del comitato di sorveglianza di al-‘Issawiya, Mohammed Abu Hummus, ha affermato che gli abitanti del villaggio hanno riedificato la tenda di solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame, e in testa Samer al-Issawi’, non appena le forze di occupazione, che l’avevano demolita per più di venti volte, si sono ritirate dal villaggio.