37 anni fa, il massacro, impunito, di Sabra e Chatila

Di Mohammad Hannoun-API. Leggendo le testimonianze dei sopravvissuti all’orribile massacro di SABRA E SHATILA, non si può non capire che il massacro fu compiuto con freddezza, per tre giorni consecutivi a partire dal 16 settembre 1982: le forze militari israeliane circondavano ed assediavano i campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila mentre i criminali dalle Falangi libanesi e l’Esercito del Libano del Sud avevano il compito di massacrare i civili con mitra, fucili, e coltelli.
Uccisero così donne, anziani, bambini, madri incinte, ripetendo il famoso massacro di Deir Yassin, perpetrato il 9/04/1948 dalle bande sioniste.
Secondo la Croce Rossa internazionale, che raccolse le salme nei due campi profughi, i Palestinesi uccisi dai criminali mai puniti (anzi, alcuni furono premiati e ricoprirono incarichi istituzionali nei vari governi libanesi), furono circa 3500.
Tutti gli anni, una delegazione italiana e internazionale chiamata PER NON DIMENTICARE SABRA E SHATILA fondata da Stefano Chiarini e  Maurizio Musulino, commemora il massacro con una grande rappresentanza europea.