50 Attivisti israeliani chiedono a Mubarak di riaprire il valico di Rafah.

Care tutte e tutti,

 

Qui sotto trovate la lettera inviata al Presidente Egiziano  Mubarak da parte di  50 attivisti israeliani con la richiesta urgente di riaprire il valico di Rafah.

 

Un abbraccio
 
Luisa Morgantini 

 

50 Attivisti israeliani chiedono a Mubarak di riaprire il valico di Rafah. 

 

Comunicato Stampa, 5 Novembre 2007

 

Cinquanta attivisti per la pace israeliani chiedono al Presidente Egiziano Hosni Mubarak di riaprire il valico di Rafah per il libero movimento di persone e merci e di interrompere l’assedio da parte di Israele. 

 

"La situazione a Gaza si avvicina ad un disastro umanitario   di proporzioni inaudite; le armi e gli esplosivi entrano dal Sinai a Gaza, mentre il confine rimane sigillato per il traffico di civili e i rifornimenti vitali alla popolazione". 

 

Cinquanta attivisti israeliani per la pace e per i diritti umani si sono rivolti al Presidente egiziano Hosni Mubarak, attraverso l’ambasciata egiziana in Tel Aviv, chiedendogli di aprire immediatamente il valico di Rafah, al confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, al libero movimento di persone e merci, e rompere di conseguenza l’assedio, imposto dalle disposizioni del Ministro della Difesa Barak, che sta spingendo la popolazione della Striscia sull’orlo del disastro umanitario.

 

"Non vediamo altra scelta se non di fare questo passo e rivolgerci direttamente alle Autorità Egiziane. Tutto ciò dopo che il ministro della Difesa, al quale l’opzione di tagliare i rifornimenti di elettricità a Gaza era per il momento stata negata, ha trovato l’orribile alternativa di tagliare i rifornimenti di generi alimentari. 

Coloro i quali non alzeranno le loro voci saranno complici.   Il Governo di Israele è completamente incurante della terribile sofferenza che tali scelte stanno causando al milione e mezzo di abitanti della Striscia, di cui è responsabile. Il Governo israeliano non vuole neanche capire cosa è stato detto dai propri esperti militari: e cioè che causando questa sofferenza non si aiuta in nessun modo la popolazione di Sderot, ma al contrario si rischia di accrescere e intensificare il lancio dei missili Qassam.

Noi non accettiamo che le uniche scelte da prendere siano di far morire di fame gli abitanti di Gaza o di conquistare la Striscia al costo di un terribile spargimento di sangue. Non c’è altra via se non quella di un reciproco cessate il fuoco e di negoziati che includano tutte le parti del popolo palestinese" hanno detto gli autori della lettera dei Cinquanta.

 

 

A Sua eccellenza Muhammad Hosni Mubarak

Presidente della Repubblica Araba di Egitto

Presso l’Ambasciata Egiziana, Tel Aviv

 

Sua Eccellenza,

 

Noi sottoscritti, cittadini dello Stato di Israele – dopo numerosi e vani tentativi di indirizzarci al nostro Governo- abbiamo deciso di rivolgerci a lei in merito al grave e rapido deteriorarsi della situazione nella Striscia di Gaza, riguardo la quale lei è in grado di agire per un cambiamento sostanziale.

 

Come certamente saprà, il Governo di Israele ha rifiutato ogni possibilità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e continua a stringere ulteriormente l’assedio crudele imposto al milione e mezzo di abitanti della Striscia.

L’assedio paralizza completamente ogni attività economica nella Striscia e spinge la popolazione sotto il livello della povertà e sull’orlo della morte per fame. Il taglio dei rifornimenti di carburante alla Striscia, la chiusura del valico di Sufa, il taglio dei rifornimenti di generi alimentari e l’intenzione di tagliare le forniture di elettricità, sono solo gli ultimi di una lunga serie di atti gravi che rappresentano una punizione collettiva. All’opinione pubblica israeliana è stato detto che questi atti sono necessari per fermare il lancio di missili sulla città di Sderot. Non è stato invece detto che secondo proprio gli esperti dell’Esercito Israeliano, questi atti punitivi contribuiranno soltanto ad incrementare i lanci di missili.

L’assedio non avrebbe potuto essere mantenuto in vita senza il consenso dell’Egitto. Mentre armi e munizioni continuano ad essere contrabbandate dal territorio egiziano fin dentro la Striscia, malgrado la presenza delle forze di sicurezza egiziane, ormai da mesi il confine tra Egitto e la Striscia di Gaza è completamente sigillato e chiuso al passaggio di civili pacifici e di merci vitali per la popolazione.

 

Come cittadini dello Stato di Israele, preoccupati per una colpa collettiva e per il nostro futuro di fronte alla politica irresponsabile intrapresa dal nostro Governo, ci rivolgiamo a lei, Presidente, per chiederle di fare tutto quanto in suo potere per contribuire ad interrompere l’assedio imposto agli abitanti della Striscia di Gaza: di aprire il valico di confine di Rafah al libero movimento di persone e merci, di fornire agli abitanti della Striscia di Gaza carburante e altri beni vitali negati loro dal Governo Israeliano, provvedere ai rifornimenti di elettricità di cui hanno bisogno nella Striscia con la centrale elettrica egiziana al fine di interrompere la dipendenza dagli Israeliani.

 

Se prenderà questa decisione coraggiosa e positiva, Sua Eccellenza, tutti gli abitanti della ragione, i Palestinesi e alla fine anche gli Israeliani, avranno una ragione per ringraziare lei e il popolo egiziano.

 

Cordialmente

Aviv Adashi, Nitzan Aviv, Adv. Amir Badran, Efri Bar, Talma Bar-Din, Yossi Bartal, Naomi Benbassat-Lifshitz, Mor Ben Israel , Judy Blanc, Edna Canetti, Hava Cohen-Keller, Ran Cohen, , Moshe Eliraz, Yitzchak Frankenthal,  Eli Kalir, Eva Katz, Uri Katz, Dr. Bareket Shiff Keren, Adam Keller, Nimrod Kerrett, Hanna Knaz, Daniel Lang, Joyce Livingstone,  Tamir Magel, Susanne Moses, Rayna Moss, Dorothy Naor, Ofer Neiman, David Nir , Noa Roei, Eddie Saar, Ayelet Senyor, Emily W. Schaeffer, Galia Shapira, Ehud Shem Tov, Gideon Spiro, Dr. Yosefa Sartiel, Michal Sapir, Su Schachter, Yaniv Shahar, Galia Shapira, Sonia Stainfeld, Benny Tavor, Osnat Tavor, Eran Torbiner, Tamar Yaron, Arkadi Yaroslavtsev, Dr. Yael Waldman, Bekah Wolf, Merav Yerushalmy, Amnon Yuval, Uri Zackhem, Beate Zilversmidt, Emanuel Zytner. 

 

nota: la firma di Ran Cohen NON è il membro della Knesset che porta lo stesso nome.

 

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I seguenti firmatari della lettera si mettono a disposizione per qualsiasi spiegazione telefonica sulle motivazioni che li hanno portati a firmare l’appello.

 

050-7368236 (Rayna)

0544-740825 (Ofer)

052-5404822 (Gideon)

054-6544005 (Edna)

0522-991379 (David)

0544-605240 (Arkadi)

050-7974209 (Amir)

054-2340749 (Adam)

 

 

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