Israele irrompe in un matrimonio-sfida discriminazione

Ramallah -Ma’an. Le forze israeliane sabato hanno sciolto un corteo nuziale organizzato in un posto di blocco in Cisgiordania per sfidare le leggi israeliane che impediscono ai palestinesi di vivere con il proprio coniuge in Israele (Territori occupati del 1948, ndr).

Due autobus  sono partiti da Jaffa e Ramallah per incontrarsi ai lati opposti del checkpoint di Hizma, a nord est di Gerusalemme, per il matrimonio di Hazim, di Abu Dis e la sua sposa, che è di Nazaret.

Entrambi gli autobus sono stati fermati dalle forze israeliane prima di raggiungere il checkpoint: esse hanno lanciato bombe sonore contro gli ospiti che avevano iniziato a cantare e ballare sul lato cisgiordano di Hizma. 

“Mentre stavano ballando e cantando per lo sposo, le forze di occupazione israeliane hanno iniziato a lanciare bombe sonore e a spingere indietro le persone. Hanno poi sparato gas lacrimogeni, costringendo la gente a scappare”, ha raccontato l’organizzatore Najwan Berekdar. 

Oltre 200 persone hanno partecipato al matrimonio, tra cui il fondatore della Palestine National Iniciative, Mustafa Barghouti, e l’autrice palestinese Rima Nazzal Kitana.

Un portavoce dell’esercito israeliano ha riferito che “100 rivoltosi a Hizma hanno lanciato pietre contro i servizi di sicurezza, che hanno usato mezzi di dispersione antisommossa, tra cui gas lacrimogeni, per disperdere la rivolta.”

Il matrimonio è stato organizzato dalla campagna “L’amore ai tempi dell’apartheid”, una iniziativa di base, messa su da giovani palestinesi per contestare la questione della cittadinanza e quella dell’ingresso nella legge di Israele, che nega lo status di residenza in Israele per i palestinesi della Cisgiordania sposati con israelo-palestinesi.

“Questa legge israeliana sfida l’unità nazionale palestinese e impedisce ai palestinesi persino di sposarsi con un altro palestinese dall’altra parte”, ha detto Berekdar.

“Divide i palestinesi non solo geograficamente, ma anche a livello nazionale, sociale e culturale e ha un grave effetto economico e psicologico sulle famiglie palestinesi.

“Chiediamo una pressione internazionale, da parte di gruppi della società civile, dalle Nazioni Unite affinché esercitino pressioni su Israele per far sì che revochi questa legge razzista, che interferisce con le realtà umane di base, come la scelta di un partner e di una vita futura”, ha aggiunto Berekdar.

La legge sulla Cittadinanza e l’Ingresso nel diritto di Israele è stata emanata dalla Knesset nel 2003, e vieta la concessione di residenza o cittadinanza ai palestinesi dei Territori Occupati che sono sposati con cittadini palestinesi di Israele, ha spiegato Adalah.

Il sito del ministero israeliano degli Affari Esteri dichiara che la legge al momento è “orientata sulla sicurezza” ed è stata adottata dopo che alcune persone hanno approfittato del fatto di avere un’identità israeliana per effettuare “attacchi terroristici”.

Human Rights Watch ha affermato che “la legge viola gli obblighi di Israele ai sensi della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, che si applica non solo alla razza, ma anche all’origine nazionale o etnica”.

Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale nel 2003, ha invitato Israele a revocare tale legge.

Traduzione per InfoPal a cura di Giovanna De Luca