515 lavoratori palestinesi arrestati nei territori occupati dal 1948.

Nazareth – Infopal. La polizia israeliana, insieme alla Guardia di frontiera, ha lanciato negli ultimi due giorni una vasta campagna di arresti contro i lavoratori palestinesi abitanti in Cisgiordania: ne sono stati infatti arrestati centinaia con l'accusa di dimorare nei territori palestinesi occupati nel 1948 “senza permessi rilasciati da parte degli occupanti”.

La polizia israeliana ha detto che ha arrestato 515 lavoratori palestinesi che “non erano in possesso delle autorizzazioni necessarie”, i quali sono stati interrogati, poi in maggioranza espulsi nel territorio controllato dall'Anp.

Dal canto suo, ieri, l'Unione generale dei Sindacati dei lavoratori palestinesi a Nablus, ha espresso ferma condanna dell'azione delle forze d'occupazione, osservando che una tale azione “rappresenta una palese violazione dei diritti dei lavoratori palestinesi, i quali cercano di guadagnarsi da vivere all'ombra di una rigida segregazione e un assedio imposto dalle autorità israeliane sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza”.

Il comunicato dell’Unione sindacale prosegue affermando che “l'arresto dei lavoratori palestinesi all'interno della linea verde è una violazione dei diritti umani, delle leggi e delle convenzioni internazionali che obbligano le autorità occupanti a garantire il diritto di ogni lavoratore ad operare in condizioni di sicurezza onde garantire le esigenze della sua famiglia”, e aggiunge che “le autorità di occupazione che sigillano ed assediano i territori palestinesi anche con il muro dell'apartheid, devono assumersi la piena responsabilità della situazione dei nostri lavoratori nei territori palestinesi occupati”.

L'Unione osserva inoltre che “queste misure punitive, che comportano vere tragedie umanitarie, privano i nostri lavoratori delle opportunità di lavoro ed aumentano perciò il tasso di povertà e di disoccupazione, già alti nella società palestinese”.

 

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