550 prigionieri palestinesi liberati: ‘Nel nome della resistenza e dell’unità politica’

Gaza – Speciale InfoPal. Sono stati liberati ieri i 550 detenuti palestinesi parte dell'accordo di scambio tra Hamas e Israele che prevedeva la consegna dell'ex caporale israeliano Gilad Shalit, in mano alla resistenza palestinese, contro il rilascio di 1.027 prigionieri politici. 

A due mesi esatti dalla prima, è stata eseguita la seconda fase dei rilasci. Ad ottobre ne erano stati liberati 477, mentre ieri 41 hanno fatto ritorno a Gaza, 506 in Cisgiordania e ad al-Quds (Gerusalemme). Del dato fanno parte sei donne (sulle 11 detenute fino a ieri) e 55 palestinesi d'età inferiore ai 18 anni sul totale di 164 minori palestinesi nelle prigioni israeliane.

La corte israeliana ha respinto tutti gli appelli presentati contro questi rilasci.

A poche ore dalla liberazione del secondo gruppo di prigionieri, il Movimento di resistenza islamica, Hamas, ha rivolto inviti alla popolazione palestinese, chiedendo di far sentire la propria solidarietà e la gioia nell'accogliere i rilasciati in Cisgiordania. 

Samer Aweidat, militante palestinese che ha scontato 4 anni in prigione per detenzione di armi, tra i rilasciati di ieri, ha dichiarato: “I miei sentimenti alternano gioia e dolore. Gioia per noi, e dolore per quanti fratelli abbiamo lasciato nelle prigioni. Noi auspichiamo la liberazione di tutti”.

E così è stato: una folla di parenti, amici e connazionali hanno seguito minuto per minuto l'avvicinamento degli ex detenuti verso casa. In Cisgiordania, una massa di palestinesi si è radunata davanti all'ingresso del carcere israeliano di 'Ofer (Ramallah) dove i soldati israeliani hanno respinto tutti lanciando gas lacrimogeni.

Insieme ad altri, anche la giornalista Linda Shalash è rimasta ferita dai candelotti. L'auto della sua emittente è stata danneggiata.

Nella Striscia di Gaza, i palestinesi liberati hanno fatto rientro dal valico di Rafah, frontiera con l'Egitto. Qui ad attenderli c'erano cittadini ed esponenti di governo.

Ahmed al-Bahar, vice presidente del Consiglio legislativo (Clp), li ha salutati uno ad uno e ad essi ha rivolto le seguenti parole: “Aver raggiunto questo acordo non si traduce con una debolezza della resistenza palestinese, al contrario, è l'occupante che ha ceduto alle nostre legittime istanze. Anche oggi, come due mesi fa, non si può descrivere a parole la gioia di tutti noi nel riabbracciarvi. Ma non dimentichiamo il destino dei 4.500 palestinesi, cinque dei quali donne, che ancora periscono nelle prigioni israeliane”.

Proprio su quanti restano in prigione, dal gruppo di resistenza, Abu 'Obeida, portavoce di 'Ezz id-Din al-Qassam, ala militare di Hamas, ha posto l'enfasi, promettendo qualunque azione di resistenza per costringere l'occupante israeliano a liberare tutti i palestinesi.

“Non abbasseremo la guardia fino alla fine, una nostra delegazione ha seguito, e continuerà a seguire, ogni momento dei rilasci, perché Israele la rispetti fino in fondo. L'Egitto monitorerà qualunque violazione israeliana dell'accordo”.

Ancora Abu 'Obeida, in un comunicato stampa, ha ricordato come, la resistenza sia riuscita a liberare il 20% del totale dei detenuti palestinesi.

92mila anni era il totale delle condanne dei palestinesi liberati nella prima fase. 2.350 anni è il totale della seconda: da qualche mese a 18 anni.

I palestinesi liberati ieri erano stati condannati per omicidio, fabbricazione di armi e per affiliazione a gruppi della resistenza.

“Il successo dell'accordo è un processo irreversibile, possiamo dire di aver posto una pietra miliare ad affermazione della resistenza, soprattutto per quanto riguarda la questione dei prigionieri. La vittoria raggiunta oggi è di tutti i palestinesi, di qualunque fazione o affiliazione politica”.

Parlando di unità – così come aveva osservato anche al-Bahar -, il portavoce di al-Qassam ha promesso di continuare a lavorare sulla stessa strada fino allo svuotamento totale delle prigioni dell'occupazione israeliane.

A conferma di questo, Abu 'Obeida ha ricordato che in questa fase, non sono stati inclusi detenuti di Hamas, né del Jihad Islamico. Gran parte delle bandiere che sventolano da ieri infatti, sono quelle di Fatah.

Hanin Habib, analista politico di Gaza, riferirà che Israele ha scelto di rilasciare in questa fase, soprattutto membri di Fatah e non di Hamas: “Israele è interessato a seminare discordia e divisioni tra i palestinesi”.

Infine, parole di riconoscimento sono state riservate al popolo palestinese che “nel nome della resistenza, ha contribuito attivamente alla riuscita di questo accordo. Ai caduti palestinesi è stato rivolto il ricordo e il merito più grandi”.

Altre fonti:

Ma'an

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