Fedeli ansiosi di partecipare alla prima preghiera del Ramadan a Gerusalemme si sono diretti verso il complesso, attraversando le barriere militari, mentre la polizia israeliana ha rafforzato la presenza intorno e in città.
All’interno della Città Vecchia della Gerusalemme occupata, i poliziotti hanno installato barriere di ferro, ispezionato le carte d’identità dei passanti nei vicoli che conducono al complesso della moschea, hanno multato alcuni, privi di mascherine, e hanno fermato diversi altri per mancanza di permessi di ingresso.
Nonostante tutte le misure imposte dall’occupazione, migliaia di persone sono riuscite ad entrare nella moschea di al-Aqsa dai suoi vari cancelli poiché le autorità del Fondo religioso islamico (Waqf) hanno implementato misure di sicurezza per frenare la diffusione del nuovo coronavirus. E tutto ciò, mentre la cosiddetta amministrazione civile israeliana, il nome che Israele dà all’organismo che amministra la sua occupazione militare della Cisgiordania, ha annunciato che avrebbe consentito solo a 10.000 persone dalla Cisgiordania di accedere alla moschea, sostenendo che erano quelle che avevano ricevuto la vaccinazione completa contro il Covid-19.
A nessuno della Striscia di Gaza assediata è stato concesso un permesso per pregare nella moschea.
(Nella foto: le forze di occupazione israeliane al checkpoint di Qalandia, sulla strada Ramallah-Gerusalemme, negano l’accesso a Gerusalemme ai fedeli palestinesi dalla Cisgiordania occupata, il 16 aprile 2021 (Credit: Hamza Shalash/WAFA Images),