70% dei Palestinesi vuole che Abbas si dimetta

MEMO. Circa il 70% dei palestinesi nella Cisgiordania occupata da Israele e nella Striscia di Gaza vuole le dimissioni immediate del presidente Mahmoud Abbas, secondo un nuovo sondaggio condotto dal Palestinian Centre for Policy and Survey Research svolto tra il 7 e il 10 dicembre.

Il sondaggio, condotto nei Territori palestinesi occupati (oPt) subito dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, mostra un esito negativo per Abbas, con la popolazione che chiede le sue dimissioni.

Il grado di soddisfazione rispetto a Abbas, nel frattempo, è sceso, con appena il 31% contento delle sue prestazioni, rispetto al 66% che è insoddisfatto.

Alla domanda su chi deve succedere ad Abbas, il 35% ha espresso una preferenza per Marwan Barghouthi, il 22% voterebbe per Ismail Haniyah, mentre Mohammad Dahlan ha attirato l’appoggio di appena il 7% dei palestinesi (il 15% a Gaza e l’1% in Cisgiordania).

Per quanto riguarda l’unità nazionale, il 38% dei palestinesi è soddisfatto e il 55% è insoddisfatto delle prestazioni del governo di riconciliazione. Il 50% è ottimista e il 45% è pessimista sul successo della riconciliazione; tre mesi fa, l’ottimismo era del 31% e il pessimismo del 61%.

Per quanto riguarda l’appello di Abbas per “un governo, una pistola”, solo il 22 per cento degli intervistati sostiene lo scioglimento delle ali armate delle fazioni palestinesi nella Striscia di Gaza, e il 72 per cento vuole che quei gruppi armati rimangano sul posto.

Per quanto riguarda il cambio di politica di Trump su Gerusalemme, una pluralità di palestinesi (45%) ritiene che la risposta palestinese “più appropriata” sia quella di interrompere tutti i contatti con l’amministrazione statunitense, presentare una denuncia formale alla Corte penale internazionale (ICC) e ricorrere a un’Intifada armata.

Il 27% vuole la fine dei contatti, la presentazione di una denuncia alla Corte Penale Internazionale e la “resistenza non violenta”. Il 12% vuole che l’Autorità palestinese denunci semplicemente la decisione degli Stati Uniti e fermi i contatti con l’amministrazione Trump, mentre un altro 12% vuole solo una condanna verbale.

Una pluralità di palestinesi (44%) ritiene che la resistenza armata sia il mezzo più efficace per stabilire uno stato palestinese, il 27% pensa che la negoziazione sia il mezzo più efficace e il 23% pensa che lo sia la resistenza non violenta. Tre mesi fa, il 35% indicava che la resistenza armata era la risposta giusta e il 33% si schierava con i negoziati.

Mentre la maggior parte dei palestinesi ritiene che l’amministrazione Trump non presenterà un piano per la pace israelo-palestinese, l’86% crede che un tale piano “non soddisferà il bisogno palestinese di porre fine all’occupazione e costruire uno stato”. Ciononostante, il 49% pensa che Abbas potrebbe accettare il piano di pace americano, mentre il 42% crede che non lo accetterà.

Per quanto riguarda “la fiducia del pubblico nei ruoli e nelle posizioni dei principali paesi arabi nel processo di pace e gli sforzi degli Stati Uniti per sviluppare un accordo regionale nel contesto della pace israelo-palestinese”, l’82% dei palestinesi presenti nell’Opt afferma di non fidarsi del ruolo saudita, il 75% non si fida del ruolo degli Emirati e il 70% non si fida di quello egiziano.