8 marzo: gli sforzi devono unirsi per offrire protezione e giustizia alle donne palestinesi

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L’8 marzo il mondo celebra la giornata internazionale della donna, una delle occasioni più importanti per ricordare quanto ancora le donne siano private o limitate nell’esercizio dei loro diritti e per supportare la loro lotta per la giustizia, l’eguaglianza e l’eliminazione della discriminazione in tutti i campi.

L’8 marzo, come ogni giorno, in Palestina le donne subiscono crudeltà e maltrattamenti, diretti o meno, da parte degli israeliani, ma dall’altro lato soffrono anche a causa delle violenze domestiche nelle loro stesse comunità.

I territori occupati di Palestina (oPt) sono stati i testimoni, nei mesi passati, di un’escalation di violenze da parte degli israeliani che non ha escluso le donne. In aggiunta i militari israeliani usano la forza bruta, in particolare in Cisgiordania. L’Osservatorio Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha documentato i continui e sistematici omicidi di civili palestinesi, donne e ragazze incluse, sotto il pretesto di prevenire attentati, senza nemmeno riscontrare minacce effettive alla vita dei soldati israeliani, il che significa esecuzioni sommarie per donne e ragazze. Secondo la documentazione del 2015 del PCHR, cinque donne sono state uccise e altre 12 ferite in seguito alle barbarie derivate dall’occupazione israeliana della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.

Le donne palestinesi della Striscia di Gaza hanno sofferto anche per le conseguenze del consecutivo embargo, imposto per più di 9 anni sul territorio, anni durante i quali le loro condizioni economiche e di vita si sono pesantemente aggravate. In aggiunta, il malessere delle donne palestinesi nella Striscia di Gaza è aumentato a seguito dell’offensiva israeliana del 2014 nei territori, e centinaia di famiglie stanno ancora subendo le dure condizioni derivate dal ritardo nel processo di ricostruzione della Striscia, considerato in aperta violazione dei diritti umani e delle leggi internazionali.

Per quanto riguarda la vita domestica, i territori occupati della Palestina hanno visto nel 2015 un aumento dei crimini contro le donne in vari ambiti. Il risultato è che 8 donne sono state uccise, 2 di loro in base a quel principio che rivendica il cosiddetto “onore della famiglia”, e quindi giustifica l’omicidio d’onore.

In questa occasione il PCHR ha assolutamente espresso il suo supporto alle donne palestinesi, che vivono in circostanze eccezionali, e:

  1. Chiede protezione per i civili, donne incluse, e più duramente chiede che le autorità israeliane rispettino i diritti umani e osservino i principi delle leggi e del diritto umanitario internazionale;
  2. Chiede di lavorare affinché l’embargo israeliano sulla Striscia di Gaza cessi e, di conseguenza, che sia permesso alla popolazione della Striscia, donne incluse, di prendere possesso del loro diritto di vivere con dignità;
  3. Chiede all’Autorità Nazionale Palestinese e al governo di unità di prendere le misure necessarie affinché finisca ogni violenza domestica, e di consegnare alla giustizia chi commette crimini contro le donne;
  4. Chiede al governo palestinese di rispettare gli obblighi internazionali che emergono dalla partecipazione dello Stato di Palestina alla Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione contro le Donne.

 

Traduzione di M. Bettenzoli